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Fusione tra 4 Comuni Cereser alla carica coro di no dei sindaci

Gentile ma chiaro diniego al primo cittadino di San Donà «Peccato perché perdiamo cinque milioni di finanziamenti»

Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura



Fusione dei Comuni, San Donà torna alla carica. Ma subito è arrivato un coro di no. Noventa, così come Fossalta e Musile di Piave respingono la proposta e difendono i Comuni sull’asta del basso Piave.

Nessuno dei Comune vuole perdere la propria storia e identità, neppure se dovessero arrivare finanziamenti pubblici a riempire le casse e garantire servizi ai cittadini. Si scontrano visione completamente opposte, quella di accentrare il più possibile e guardare alla Città metropolitana e quella, cara a esponenti politici come l’ex senatore Luciano Falcier, di difendere ogni realtà, anche piccola, Comuni piuttosto che casse rurali, associazioni, che si identificano con il territorio. Il sindaco Andrea Cereser, crede fermamente nella Città del Piave e invita chi non l’avesse fatto a leggersi bene il programma elettorale. Ha invitato la fondazione “Think Tank Nord Est”, che in merito alla fusione ha fatto uno studio, a illustrare i vantaggi del procedimento anche per captare finanziamenti dello Stato e Regione nell’ordine dei 5 milioni l’anno. Il primo incontro è stato con il sindaco di Noventa, Claudio Marian, che ha gentilmente declinato: «Possiamo discutere di unione dei servizi, come stiamo iniziando a fare con la polizia locale assieme a Musile e San Donà per arrivare al distretto, poi si continuerà con ambiente e personale. Ma una cosa sono i servizi, altra è la fusione che non prendiamo in considerazione». Il neo sindaco di Fossalta di Piave, Manrico Finotto, ha già detto di voler uscire dall’isolamento che ha contraddistinto la città in questi anni, ma anche lui respinge l’idea di fusione. «Questa è un’altra lingua per noi», spiega Finotto, «possiamo ragionare di una possibile unione dei servizi. Noi siamo in convenzione per la polizia locale con i Comuni del Trevigiano, ma esamineremo meglio per capire se possibile avvicinarci al Basso Piave». E anche a Musile, Silvia Susanna ha sempre difeso la destra Piave con i denti, pur disposta a discutere di una progressiva fusione. Il sogno di una Città del Piave, che era stato anche di Mario Pettoello, si ferma in ogni caso alla collaborazione e organizzazione dei servizi e con queste premesse non si arriverà facilmente a una fusione. «Dispiace», taglia corto Cereser, «perché 5 milioni di finanziamenti sono importanti e una fusione tra i quattro Comuni vicini sarebbe alla portata». —



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