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Un milione per analizzare l’acqua avvelenata da mercurio

Matteo Marcon
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MOGLIANO. «La nostra amministrazione ha fatto molto sul fronte delle politiche ambientali: abbiamo chiesto e ottenuto, giusto 15 giorni fa, lo stanziamento di un milione di euro per il monitoraggio delle falde acquifere». Così il sindaco Carola Arena, intervenendo al dibattito pubblico di venerdì sera promosso dal comitato per la tutela delle Cave di Marocco al cinema Busan, ha sottolineato l’impegno del Comune sul fronte della prevenzione e della tutela del territorio.

«L’acqua è fonte di vita e diritto universale», ha commentato il primo cittadino, «in Veneto il 70% delle acque è contaminato». I dati sono quelli del rapporto Ispra 2016 e riguardano la presenza di pesticidi nelle acque superficiali. Ma se si va a fondo, nel caso della Marca Sud, a quota 250 o 300 metri sotto terra, si trovano altre cattive notizie. Nell’ottava falda del Comune di Preganziol è stata individuata la presenza di mercurio già dal 2010. Questo ha comportato prima la chiusura dei pozzi dell’acquedotto poi quella di numerosi pozzi privati nel territorio. Il plume inquinante si sta spostando e il prossimo Comune ad essere interessato dal problema (nell’area di Zerman e Bonisiolo) potrebbe essere proprio Mogliano.

Il Comitato istituzionale dell’assemblea del consiglio di bacino Laguna di Venezia è composto da cinque membri eletti dall’Assemblea d’ambito che raggruppa i 36 Comuni del bacino, prevalentemente di area veneziana. «Nell’ultima assemblea prima di Pasqua», spiega l’assessore Oscar Mancini, «abbiamo assunto all’unanimità un atto di indirizzo che prevede lo stanziamento di un milione di euro per attribuire al nostro gestore, Veritas, i fondi per realizzare pozzi spia che ci consentano di monitorare la qualità della risorsa idrica. Lo stanziamento punta anche a dotare i laboratori di Veritas, già molto avanzati e qualificati dal punto di vista tecnico, di attrezzature nuove e ancora più sofisticate. Siamo in presenza di inquinanti emergenti», rivela Mancini, «quella assunta nei giorni scorsi, che deve ora passare attraverso le procedure di ratifica e condivisione e che sarà formalizzata e ulteriormente dettagliata, è una decisione molto importante che riguarda i 36 Comuni e ha un particolare valore per l’area a sud di Treviso, perché qui siamo in presenza di un inquinante molto pericoloso come il mercurio».

Anche il bacino laguna, dunque, che è espressione dei comuni dell’area tra Chioggia ed Eraclea, vuole tenere monitorata la situazione. Se da una parte l’attenzione sulla qualità delle acque di falda dimostra una nuova sensibilità sul tema, dall’altra, specificatamente al caso mercurio in provincia di Treviso, rimane aperta la vertenza con la Regione sulla necessità di individuare le cause dell’inquinamento. «Questo provvedimento è un risultato importante», commenta il sindaco di Preganziol, Paolo Galeano, «anche il nostro Comune fa parte del Consiglio di bacino. Ancora oggi però rimane di primaria importanza individuare le ragioni dell’inquinamento da mercurio. Negli ultimi anni abbiamo lavorato per estendere la rete dell’acquedotto e tamponare il problema. Nel caso in cui non si trattasse di cause naturali, i responsabili di questo danno grave sono ancora senza nome e senza volto. I Comuni fanno la loro parte, Veritas la sua, ora anche la Regione dia un segnale concreto». —

Matteo Marcon

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