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Venezia chiama Barcellona per arginare il turismo di massa

Si intitola «Maree di gente» l’iniziativa promossa dalla ricercatrice Claudia Cavion al Sale Docks. La voce dei collettivi e il contributo dei residenti per invertire la tendenza

Enrico Tantucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. «Maree di gente»: Venezia chiama Barcellona. È il titolo di una mostra provocatoria ma che vuole affrontare in modo documentato i problemi dell’impatto del turismo di massa su due città d’arte come la nostra e quella catalana che sarà realizzata da una ricercatrice, Claudia Cavion – che ha studiato prima a Venezia e poi a Barcellona. . La mostra è realizzata da Claudia Cavion in collaborazione con S. a. L. E. Docks (Sign And Lyrics Emporium) – il collettivo artistico e culturale vicino ai problemi sociali veneziani – che sarà visitabile dal 17 aprile fino alla prima settimana di maggio presso i Magazzini del Sale.



Il progetto espositivo, che ruota attorno a Barcellona e Venezia, affronta sotto vari punti di vista gli effetti dell’industria turistica che sta minacciando la sopravvivenza di queste due città e il quadro critico evidenziando le problematiche comuni che emergono dal modello promosso finora.

La voce narrante sarà quella dei collettivi, dei comitati, e delle associazioni che lottano in difesa dell’ambiente e dei beni comuni, denunciando la situazione attuale e domandando una risposta istituzionale che si basi sulla decrescita di questo fenomeno.

“Maree di gente” – spiegano gli organizzatori – rappresenta il tentativo di creare, attraverso la comparazione di due casi urbani con processi di turistificazione e impatti simili, una piattaforma di condivisione di opinioni e alternative a livello internazionale. Si approfondiranno certi fenomeni allarmanti come la gentrificazione e la perdita del diritto alla casa, l’impatto delle crociere e delle masse turistiche o la trasformazione del commercio e delle tradizioni locali.

Si vuole sensibilizzare i visitatori su come i propri comportamenti ed azioni quotidiane possono incidere sui processi di deterioro culturale e urbano di queste città, in modo da favorire la presa di coscienza sui valori del patrimonio a rischio ed rafforzare la reazione collettiva di denuncia.

Previste una serie di attività extra: il 2 maggio all’evento “Frullatorio speciale turismo di massa: HEILbnb” e il 4 maggio alla Giornata di Incontro Barcellona – Venezia, con la partecipazione del Grup d’Habitatge e il Fem Front al Turisme de Sants e l’ASC_Assemblea Sociale per la Casa, il collettivo universitario L. I. S. C. _Liberi Saperi Critici e il Comitato No Grandi Navi.

«Non vuole essere solo una mostra di protesta, ma anche di proposta – spiega Marco Baravalle, portavoce di S. a. L. E. Docks – analizzando attraverso i documenti che verranno esposti, anche le possibili soluzioni a problemi come quella dell’emergenza abitativa, affrontati dalle due città. È chiaro che Barcellona, con un sindaco come Ada Colau, molto prima di Venezia si è posta il problema di come affrontare in modo efficace la pressione turistica ed evitare anche il processo di trasformazione alberghiera e turistico-residenziale del patrimonio immobiliare della sua città. Proprio per questo organizzeremo anche una serie di incontri pubblici su questi temi sentendo anche la voce dei gruppi sociali e delle associazioni che a Barcellona sono impegnati come noi a Venezia su queste tematiche» conclude. Il sindaco della città spagnola Ada Colau aveva fatto irritare il suo corrispondente veneziano Luigi Brugnaro soprattutto quando aveva dichiarato: «Non vogliamo che per il turismo Barcellona diventi come Venezia». La città spagnola ha lanciato negli ultimi anni un vero e proprio piano di controllo dei flussi turistici. —

E. T.
 

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