“Mare Jonio” ingaggia l’ex ufficiale De Falco: il senatore sulla nave salva migranti
Luca Casarini torna a sfidare il governo, ma questa volta non sarà capo missione: «Abbiamo molti volontari»
Marta Artico
VENEZIA. La Mare Jonio, la nave della Ong Mediterranea sulla quale sono puntati i riflettori dopo il dissequestro, tornerà a solcare le acque nei prossimi giorni: nessun timore di richiami e “alt” del governo, timone a tutta dritta verso la Libia per salvare migranti e naufraghi.
A dare la disponibilità per salire a bordo anche Gregorio De Falco, senatore eletto nel Movimento 5 Stelle e oggi parlamentare del gruppo misto, ma soprattutto ufficiale della Guardia costiera e protagonista della vicenda della "Costa Concordia" - celebre il suo ordine al capitano Francesco Schettino: «Vada a bordo, cazzo!».
Nel frattempo si è chiusa domenica al Macro Asilo di Roma l’assemblea plenaria di Mediterranea Saving Humans, costantemente aggiornata sulla pagina Facebook, dove i volontari hanno annunciato il ritorno tra le onde per dare un porto sicuro a persone in pericolo che scappano dalla guerra e dalla violenza. In questo momento è in corso la selezione del personale dell’equipaggio e la preparazione della nave. L’altra volta c’erano anche il veneziano Beppe Caccia e il mestrino Mario Pozzan.
A bordo questa volta non ci sarà Luca Casarini: «Il capo missione deve turnarsi ogni volta» spiega mentre sta tornando da Roma a Palermo «inoltre io ed altri abbiamo scelto di essere disponibili qualora fosse necessario ai fini dell’inchiesta in corso. Sono però sempre operativo su Marsala, come molti altri veneziani, per dare una mano a preparare la missione, la nave, stiamo scegliendo l’equipaggio, c’è la verifica dei protocolli, bisogna fare rifornimento».
Quando partirete? «Non è stata fissata la data, ma appena compiuti tutti questi passaggi, la nave partirà, questione di pochi giorni. Ovviamente andremo in Libia, dove sta accadendo di tutto».
De Falco ci sarà? «E’ a disposizione, sta verificando le condizioni per poter partecipare e dare una mano, un gesto importante anche per il suo ruolo nella Marina e nella Guardia Costiera, perché accende i riflettori sul nodo del mare e del salvataggio: le politiche di questo governo stanno facendo soffrire molti dentro la Guardia Costiera e la Marina, corpi che in quel mare hanno salvato 600 mila persone. Sono trafficanti? C’è una umiliazione in corso della vocazione di queste persone che stanno in mare e che come primo compito hanno quello di salvare vite».
Da Roma Mediterranea Saving Humans ha lanciato una doppia sfida al governo: per mare con la nave Mar Jonio, e per terra, dove un esposto è stato presentato alla procura di Agrigento per «gravissime violazioni di leggi nazionali e convenzioni internazionali nel caso del blocco navale operato contro la Alan Kurdi». Entrambe le mosse, hanno spiegato Casarini e l’armatore Alessandro Metz, «partono dal presupposto che la Libia non è un porto sicuro». Mediterranea può contare su una lista di 140 persone che hanno dato la disponibilità a partecipare. Casarini ha confermato che Stefano Tria, il figlio del ministro dell'Economia, era nel team della nave Mare Jonio che lo scorso 19 marzo è approdata a Lampedusa, ma che non partirà con la prossima. —
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