Sanità, protesta contro i tagli «Si vuole favorire il privato»
Gli attivisti hanno detto no al cambiamento che comporta meno 55 posti letto Pd e M5S stanno concordando una mozione da presentare in Comune
Elisabetta B. Anzoletti
«Un piano strategico per depotenziare la sanità pubblica, in specie nei presidi dell’Usl 3 Serenissima».
Lo sostiene il coordinamento Difesa della sanità pubblica che ieri ha organizzato un presidio di protesta davanti all’ospedale di Chioggia. Con il declassamento della struttura da ospedale di rete e a ospedale di base si perderanno 55 posti letto, due primariati e i relativi finanziamenti. A breve approderà in Consiglio un ordine del giorno per impegnare la giunta a tutte le azioni necessarie. Una trentina di persone ieri si sono date appuntamento davanti all’ospedale con cartelli e volantini, per denunciare le ricadute delle nuove schede ospedaliere in corso di approvazione da parte della Regione.
«C’è un accanimento della Regione nei confronti dell’Usl 3», spiega Salvatore Lihard, portavoce del coordinamento Difesa sanità pubblica, «Si sono persi 30 milioni di euro per l’azienda Zero, c’è un sotto organico di 175 medici, 306 infermieri professionali, 107 operatori sociosanitari, 55 amministrativi. Per Chioggia il declassamento si traduce nel taglio di 55 posti letto, 2 primariati (Nefrologia, Laboratorio analisi) e in minor finanziamenti perché ogni posto letto si traduce in 700 euro in meno. Temiamo che con il declassamento dell’ospedale ci sia anche una fuga delle professionalità che oggi ci sono. L’ospedale di Chioggia oggi funziona a regime, non ci sono posti letto vacanti il che significa che con un taglio si sarà costretti a rivolgersi a altri presidi con un conseguente pendolarismo sanitario continuo».
I manifestanti hanno tentato di entrare in ospedale con i cartelloni per fare volantinaggio, ma la direzione sanitaria non lo ha permesso adducendo motivi di sicurezza che hanno creato anche qualche malumore. «Secondo noi chi ha redatto le schede», spiega Lihard, «non ha tagliato con l’accetta per motivi ragionieristici, ma c’è proprio un disegno politico per favorire la sanità privata. Già adesso per alcuni esami è più conveniente rivolgersi agli ambulatori privati che non hanno il super ticket. Il prossimo passo sarà chiedere che il Consiglio comunale prenda posizione, sulla scia di quello che ha fatto Venezia».
In tal senso si stanno già muovendo il Pd, che ha protocollato un ordine del giorno simile a quello veneziano, e il gruppo Movimento Cinque Stelle che convocherà la V commissione (sanità) per concordare una mozione. «Siamo preoccupati e non staremo a guardare», spiega il vicesindaco Marco Veronese, «soffriamo di un isolamento cronico e toglierci posti letto e specialità significa mettere pazienti e parenti in Romea tutti i giorni per farsi curare. Anche se teniamo conto dei posti letti per ospedale di comunità e hospice, che comunque non sono ancora stati attivati, il taglio reale sarà di 30 letti con un relativo taglio di finanziamenti. Ci chiediamo che senso abbia continuare a aprire cantieri per rinnovare la struttura ospedaliera se poi non ci saranno gli investimenti conseguenti su medici e infermieri». —
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