’Ndrangheta, De Antoni nega l’estorsione ai danni di Venturin
Ru.B.fossalta di portogruaro. Ha negato di essere stato coinvolto nell’episodio di estorsione ai danni dell’imprenditore Stefano Venturin, che ha sostenuto di non conoscere. Così si è difeso ieri mattina Tobia De Antoni, 40 anni, nato a San Vito al Tagliamento e residente a Fossalta di Portogruaro, destinatario di un’ordinanza di arresti domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta della Dda di Venezia sulle infiltrazioni della ’ndrangheta. Al momento dell’esecuzione dell’ordinanza, De Antoni si trovava in Polonia. Si è costituito lunedì scorso e ieri, difeso dall’avvocato Andrea Zambon, si è presentato davanti al gip Gilberto Stigliano Messuti per l’interrogatorio di garanzia. La pm Paola Tonini lo accusa di estorsione con l’aggravante mafiosa.
«Io sto facendo il mafioso qua», una delle frasi intercettate dagli inquirenti nel corso delle indagini. Ma De Antoni al gip ha detto di non riconoscersi in quelle parole riportate nell’ordinanza. Al termine dell’udienza, il difensore ha chiesto il cambio di domicilio dove stare agli arresti domiciliari, da Fossalta di Portogruaro dove si trova attualmente a Piove di Sacco, nel Padovano. Il giudice scioglierà la riserva nelle prossime ore.
Nell’ambito della stessa inchiesta, ieri doveva essere discusso davanti ai giudici del tribunale del Riesame il ricorso presentato dagli avvocati Loris Tosi e Antonio Franchini per conto dell’imprenditore mestrino Federico Semenzato, amministratore di fatto del colosso Segeco. Ma i difensori hanno ritirato l’istanza di Riesame e quindi la discussione è saltata. —
Ru.B.
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