«Segnali ce n’erano Le soluzioni? Eccole»
venezia. Un legittimo orgoglio per non avere nessuno degli associati coinvolto nell’inchiesta e una riflessione sulle concause dell’infiltrazione mafiosa e su alcuni possibili rimedi.
Ugo Cavallin, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Venezia, dopo aver notato come «nessuna delle imprese associate ad Ance Venezia risulti coinvolta nell’indagine», non si sorprende della tempistica in cui l’attacco al territorio è avvenuto. «Il periodo, in cui la presenza camorristica risulta essersi radicata qui», spiega, «coincide con gli anni della crisi. Avevamo ammonito sulla presenza di rischi connessi alla contingenza, che alcune imprese (in crisi di commesse, con problemi di liquidità per i mancati o ritardati pagamenti), non trovando credito, ritenessero di non avere altra scelta che rivolgersi a chi quella liquidità poteva fornirla: usurai e strozzini. Un percorso, o meglio un calvario, che molti hanno attraversato e da cui non tutti sono usciti».
C’è anche un’altra considerazione importante, che riguarda specificamente le costruzioni. «In edilizia coesistono due mondi: quello dei lavori pubblici ed il mercato privato. Il primo ha una serie di controlli, anche antimafia, sia “a monte”, al momento della qualificazione delle imprese, sia in occasione di ogni singolo appalto. Nei lavori privati, invece, molte di queste regole non sussistono e, in particolare, non esiste alcuna selezione/qualificazione delle imprese, cosicché per lavorare basta la sola iscrizione alla Camera di Commercio che si ottiene con una autodichiarazione. L’assenza di qualunque filtro rende il settore più permeabile alla concorrenza sleale di operatori improvvisati e anche alla presenza di pseudo-imprese direttamente o indirettamente riconducibili alla malavita organizzata».
«Come Ance abbiamo promosso disegni di legge per introdurre, anche nei lavori privati, elementi di selezione degli operatori: ciò avrebbe comportato una significativa pulizia nel settore. Ad oggi purtroppo queste iniziative non hanno avuto seguito, mentre proprio le indagini in corso dimostrano quanto sia necessario intervenire, in via preventiva, non solo per sradicare la concorrenza sleale di chi opera al di fuori delle regole, ma anche per impedire che l’assenza di controlli favorisca l’ingresso, nel mercato, di soggetti che sono la longa manus del crimine organizzato». —
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