Scontro mortale all’incrocio “maledetto”
Schianto tra auto sulla Postumia a Pradipozzo. La vittima è Gino Arreghini, 80 anni. Ferito grave l’amico Armando Bottan
Rosario Padovano
Ancora un morto sul pericolosissimo “incrocio della vergogna” sull’Sr 53. È di un morto e un ferito grave il bilancio del drammatico incidente che si è verificato ieri alle 18 al l’incrocio della Postumia tra le vie Fornace e Mezza Torre d’Alvea a Pradipozzo.
Ha perso la vita un 80enne del luogo, Gino Arreghini, imprenditore in pensione, residente in via Alta; lascia la moglie, un figlio e una figlia. Arreghini era alla guida di una Toyota Yaris in compagnia del passeggero, Armando Bottan, 70enne, anche lui di Pradipozzo, ricoverato in pericolo di vita all’ospedale di Portogruaro.
I due sono amici da sempre. Avevano appena lasciato il bar Martin, di via Fornace a 50 metri dall’incrocio. Arreghini allo stop ha impegnato l’incrocio nel momento esatto in cui sopraggiungeva, proveniente da Portogruaro con direzione Treviso, una Ford Fiesta, al cui volante c’era un giovane rimasto illeso.
L’urto è stato violentissimo. La Yaris è stata catapultata in alto e dopo una giravolta si è adagiata sul fianco nei pressi di un’aiuola.
«Abbiamo sentito un rumore simile a una forte esplosione», raccontano i primi soccorritori della zona, «entrambi gli occupanti della Yaris erano intrappolati nelle lamiere e perdevano sangue. Bottan parlava e aveva in mano il volante; era cosciente. Gino, invece, non si muoveva più».
È stato accertato che alla guida fosse Arreghini. Può darsi che, in un tentativo estremo di evitare l’incidente, Bottan avesse afferrato il volante per aiutare l’amico a sterzare ed evitare lo scontro con la Fiesta. Il 70enne è stato sottoposto a risonanza Tac e poi ricoverato. La Postumia è rimasta chiusa due ore. Sul posto l’assessore Luigi Geronazzo. Gli abitanti sono addolorati e furiosi: «Ci avevano promesso la rotatoria e in 20 anni non l’hanno mai realizzata. Qui si continua a morire». La competenza qui è di Veneto Strade. Gino Arreghini prima era stato elettricista e poi imprenditore edile. La salma è stata ricomposta dalla ditta Dal Mas all’obitorio di Portogruaro. —
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