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Quindici Comuni al voto per eleggere sindaco e 196 consiglieri

Probabile Election Day il prossimo 26 maggio. A Spinea, Scorzè e Noale (oltre a Mogliano) gli elettori potrebbero essere chiamati a votare anche due settimane dopo ai ballottaggio

Massimo Scattolin
3 minuti di lettura

lo scenario

Sono 15 i Comuni veneziani in cui - quasi certamente nell’Election Day del 26 maggio, la data già fissata per le elezioni europee - gli elettori saranno chiamati a eleggere il nuovo consiglio comunale e il sindaco che dovrà guidare l’Amministrazione per i prossimi 5 anni. In questi 15 Comuni, sulla base del censimento del 2011 cui fa riferimento l’Osservatorio elettorale del Veneto, risiedono 131.130 abitanti che rappresentano il 15,5% della popolazione veneziana totale. Saranno 196 i consiglieri comunali da eleggere. A questi vanno aggiunti i 27.608 residenti (e 16 consiglieri da eleggere) di Mogliano Veneto, Comune in provincia di Treviso seguito quotidianamente nelle cronache della Nuova.

BALLOTTAGGIO

Sono tre i Comuni veneziani con più di 15 mila residenti nei quali il sindaco potrebbe essere eletto al secondo turno (esattamente due settimane dopo il primo): succederà nel caso il candidato non ottenga fin dal primo turno la metà più uno dei voti validi. Si tratta di Spinea (26.862 residenti nel 2011), Scorzè (18.904) e Noale (15.708). A questi potrebbe aggiungersi anche Mogliano (27.608).

Scorzè e Spinea avranno comunque un nuovo primo cittadino: Giovanni Battista Mestriner (centrodestra) a Scorzè, e Silvano Checchin (centrosinistra) a Spinea non sono infatti ricandidabili. A Noale, invece, quasi scontata la ricandidatura di Patrizia Andreotti, eletta nel 2014 con una lista civica appoggiata dal Pd. Così come si ricandiderà Carola Arena, sindaco di Mogliano diventata sindaco per la prima volta cinque anni fa.

COMUNI MEDI

Tra i Comuni di medie dimensioni che andranno a rinnovare il loro consiglio (anche qui, come nei Comuni che andranno al ballottaggio, verranno eletti 16 consiglieri) ci sono Camponogara, in Riviera, e Concordia Sagittaria nel Veneto orientale. A Camponogara (12.920 residenti nel 2011) Gianpietro Menin (centrosinistra) conclude il secondo mandato e quindi non è più ricandidabile. A Concordia Sagittaria (10.640) Claudio Odorico, che nel 2014 riuscì a conquistare con il centrodestra una delle storiche roccaforti “rosse”, può invece puntare alla riconferma.

I COMUNI PIù PICCOLI

Tra i sindaci dei Comuni più piccoli arriva al capolinea Massimo Sensini, primo cittadino leghista di Fossalta di Piave, giunto al termine del suo secondo mandato.

Più che mai incerta, invece, la situazione a Fossalta di Portogruaro. Pur eletto con una coalizione di centrosinistra, Natale Sidran, nel corso della presente legislatura, ha gestito l’allontanamento del Pd e governa attualmente con una maggioranza in cui è presente il centrodestra: è al suo primo mandato e dunque può ripresentarsi. Situazione particolare a Teglio Veneto, Comune che con i suoi 2.325 abitanti (fa sempre fede il censimento del 2011) rientra nelle previsioni di quel comma 138 dell’articolo 1 della Legge Delrio che permette ai primi cittadini dei Comuni sotto i tremila abitanti di ambire a un terzo mandato.

Andrea Tamai, però, pur avendo concluso il secondo lustro, ha appena comunicato l’intenzione di non ricandidarsi. La corsa alla sua poltrona, quindi, è aperta.

le CIVICHE

Le elezioni comunali rappresentano tradizionalmente il momento di massimo splendore delle cosiddette “liste civiche”. Liste sganciate, spesso a parole se non proprio nei fatti, dai partiti politici consolidati. Candidati consiglieri che magari hanno in tasca una tessera di partito preferiscono presentarsi nel proprio Comune sotto insegne con nomi più o meno fantasiosi per rafforzare l’idea che «conta la persona che conosci», non tanto il simbolo del partito. Un ragionamento tanto più vero nei Comuni minori. Quanto florida sarà la classica fioritura pre-elettorale di civiche si capirà presto.

I PARTITI

Le amministrative locali rappresentano comunque un test quanto mai importante anche per i partiti, pur focalizzati soprattutto sul risultato delle Europee.

Dalla conta delle schede si attende un primo significativo responso sul peso (aumentato o ridimensionato dopo l’esperienza di governo) dei due firmatari del contratto gialloverde. A livello locale se la Lega può ormai contare su un’esperienza amministrativa consolidata e su candidati già sperimentati sul campo, nel Movimento cinque stelle - in particolare nei Comuni sopra i 15 mila abitanti che andranno al voto - si stentano a trovare, almeno per il momento, aspiranti sindaci che godano di una certa notorietà. L’elettore Cinque stelle potrebbe premiare comunque il simbolo, al di là della notorietà del candidato: non possono essere escluse, dunque, grandi sorprese.

Test significativo anche per il Partito Democratico: quanto influenzerà a livello locale la sfida (con relative correnti) per la segreteria a livello nazionale? E quali scelte farà Forza Italia che, in chiave metropolitana, ha rilanciato il patto di ferro con il sindaco Luigi Brugnaro? Verranno proposte liste azzurro-fucsia? Ci saranno alleanze fin dal primo turno o netta distinzione (salvo magari convergere al secondo turno) nei confronti della Lega? Le manovre, in fase più o meno avanzata, sono in corso. Si attendono risposte. —

Massimo Scattolin

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