Incidenza del vaccino tra i bambini, nell’Usl 4 la copertura arriva fino al 97 per cento, risultato che viene considerato fondamentale traguardo per la vaccinazioni pediatriche. Percentuali che continuano a crescere nonostante l’azione dei “no vax” battuta in riva al Piave. Qui le loro azioni volte a intimorire le famiglie non ha successo.
Le famiglie, opportunamente informate e sensibilizzate, anche con compagne mirate, hanno iniziato a portare i bambini negli ospedali e distretti, senza farci condizionare dalle paure e le false notizie circolate in rete.
Lo scorso anno le vaccinazioni sono state trasferite dal distretto di via Trento all’interno dell’ospedale di San Donà, al piano terra, mentre a Portogruaro vengono coordinate ed effettuate nella sede del distretto presso l’ex Silos. E a San Donà è stata allestita anche una sala giochi per i bambini in attesa, in modo da stemperare la tensione per i piccoli e le loro famiglie.
I dati del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 4 sulle coperture vaccinali dei bambini nati nell’anno 2016 sono arrivati al primo ciclo dei tre anni. Per questo è stato stilato il primo bilancio cui ne seguiranno altri per i prossimi cicli.
L’analisi focalizza la situazione dal 31 dicembre 2018 ed evidenzia un grande risultato, in continua crescita rispetto al passato. «Significa», dice il direttore generale, Carlo Bramezza, «che nella popolazione si sta radicando sempre più l’adesione alle vaccinazioni programmate e fatte dal personale del Dipartimento di Prevenzione».
Secondo i dati pubblicati, si va dal 90% della copertura e si arriva fino al 97% per quanto riguarda il vaccino contro il pneumococco. Polio e difterite sono al 96 per cento, l’epatite B si “ferma” al 95, 8 per cento, il morbillo al 94, 9 idem la rosolia.
«Ricordiamo a tutti i genitori», spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Luigi Nicolardi, «che l’unico modo per contrastare pericolose malattie dell’infanzia è quello di aderire alla vaccinazioni proposte e offerte gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale attraverso i Dipartimenti di Prevenzione delle varie Aziende sanitarie dei territori». —