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«La laguna sud è abbandonata più controlli anti bracconaggio»

L’appello dei sindaci dopo i sequestri e le denunce compiuti dai carabinieri Pamio (Lipu) chiede che venga incrementato l’organico della Polizia provinciale

Alessandro Abbadir
1 minuto di lettura



. «Nelle valli da pesca della laguna sud devono essere garantiti gli accessi a chi deve fare i controlli anti bracconaggio. Troppo spesso invece barriere e recinzioni impediscono questi controlli e non consentono di individuare coloro violano le legge. A lanciare l’allarme è Giampaolo Pamio referente locale della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) dopo l’operazione del corpo forestale dei carabinieri ( “Delta del Po”) che nei giorni scorsi ha portato alla denuncia di sette cacciatori, e dei titolari di un ristorante e di una armeria fra Campagna Lupia e Porto Tolle (Rovigo) mentre sono state contestate 38 sanzioni amministrative. Tre i cacciatori denunciati a Campagna Lupia.

Le perquisizioni domiciliari condotte in Provincia di Padova hanno poi consentito di individuare e sequestrare un esemplare protetto di picchio verde, un totano moro impagliato, oltre ad una canna di fucile calibro 12 e 27 munizioni a palla non denunciate. Ma non solo: in un’armeria sempre a Campagna Lupia, il titolare è stato denunciato per frode, e anche un ristoratore che rivendeva cacciagione abbattuta in valle è stato denunciato.

Il referente della Lipu chiede che venga incrementato l’organico della polizia provinciale e ricorda come la laguna di Venezia sia «un punto di riferimento per le specie migratorie di uccelli da tutta Europa». Nell’area della laguna sud la notizia dell’operazione dei carabinieri si è diffusa rapidamente fra cacciatori, cavanisti e amministratori pubblici e tutti chiedono maggiori controlli e coordinamento fra carabinieri forestali e polizia provinciale. «Servono maggiori controlli», spiega Piergiorgio Fassini, ex consigliere comunale di Mira e presidente regionale di Arci Caccia, «contro il bracconaggio, non solo nelle valli da pesca ma soprattutto nelle aree in cui si effettua massicciamente la pasturazione a scopo venatorio. I cacciatori onesti che seguono le regole sono dalla parte della legge e sono pronti a denunciare chi invece non la rispetta». Anche Giorgio Marchiori presidente dell’associazione Cavanisti di Mira che raccoglie 1.300 aderenti fra cacciatori, pescatori ed escursionisti della laguna fra Giare, Malcontenta e Dogaletto di Mira sottolinea la sua preoccupazione. «I nostri associati», dice Marchiori, «sono pronti a segnalare immediatamente le attività illecite che avvengono nell’area lagunare alle autorità competenti». La condanna del bracconaggio è stata espressa anche dal sindaco di Campagna Lupia, Alberto Natin. Lapidario l’assessore all’ambiente del Comune di Mira Maurizio Barberini. «Chi viola la legge», dice, «va sanzionato. L’attività venatoria nel nostro territorio è storicamente diffusa e per questo servono costanti controlli e rispetto delle normative». —



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