“Contratto di area umida” per la Laguna di Caorle
Primo passo ieri per il nuovo progetto europeo sulla salvaguardia del paesaggio L’assessore regionale Pan: «Puntare non solo al turismo ma anche alla pesca»
Giovanni Monforte
La salvaguardia del paesaggio delle aree umide lagunari, delle sue bellezze naturali e della biodiversità, dalle specie ittiche agli uccelli fino alla flora. E poi la tutela delle acque, la mitigazione del rischio idraulico, la valorizzazione delle produzioni agroalimentari sostenibili e della vallicoltura.
Sono solo alcuni degli obiettivi che si pone il nascente “Contratto di area umida del sistema della laguna di Caorle”. A cui si aggiungono gli obiettivi prioritari indicati dai sindaci, quali il contrasto al fenomeno dell’interramento della laguna oppure la riqualificazione dell’area di Falconera. In municipio a Concordia si è svolta la cerimonia di firma del Documento d’intenti, primo passo per costituire il Contratto di area umida che, all’interno del progetto “Wetnet”, «punta a diventare un’esperienza pilota in Europa», come rimarcato dal direttore del Consorzio di bonifica, Sergio Grego. Il documento è stato sottoscritto dalla Regione, dai tre Comuni di Caorle, Concordia e San Michele su cui ricadono le aree umide della laguna, nonché da realtà ambientaliste, organizzazioni di categoria dell’agricoltura e della pesca, associazioni di tutela e promozione locale. I soggetti coinvolti sono circa una cinquantina.
Dopo la costituzione del comitato tecnico e dell’assemblea, si avvierà il confronto tra tutti i soggetti firmatari, per arrivare alla redazione di un Piano strategico di medio-lungo termine e di un Piano d’azione a breve termine, da attuare in due o tre anni.
Il documento individua le criticità presenti nella laguna e fissa i macro obiettivi su cui lavorare: dal miglioramento della qualità delle acque al contenimento del consumo di suolo, dal ripristino degli habitat lagunari alla tutela delle aree naturali, dall’agricoltura sostenibile alla riqualificazione della vallicoltura e della pesca. «Si tratta non solo di proteggere la laguna», ha commentato l’assessore regionale alla bonifica Giuseppe Pan, «ma di far sì che la laguna possa diventare non solo un’attrattiva turistica, ma anche ambientale e allo stesso tempo un’area di opportunità legate a importanti segmenti come la pesca». Il vicepresidente del Veneto, Gianluca Forcolin, ha sottolineato le buone pratiche inserite nel documento, che andranno portate avanti nella pianificazione urbanistica con la regia della Regione. E i Comuni hanno messo sul tavolo già le prime problematiche concrete. Il sindaco di San Michele, Pasqualino Codognotto, ha indicato come priorità da affrontare il fenomeno del progressivo interramento della laguna, legato ai detriti che arrivano dal Tagliamento e dal canale scolmatore Cavrato. Il vicesindaco di Caorle, Giovanni Comisso, ha posto l’accento sulla necessità di risanare l’area di Falconera, prevedendo un recupero urbanistico di quella che è la porta della laguna. Il sindaco di Concordia, Claudio Odorico, ha rimarcato l’importanza di fare squadra. Mentre la sindaca di Portogruaro, Maria Teresa Senatore, si è soffermata sul tema della qualità ambientale delle acque, ricordando che quelle della laguna arrivano dal Veneto e Friuli e ponendo l’accento sul tema della direttiva nitrati. —
I commenti dei lettori