Il “dottore” della Giudecca e i funerali nell’ombra
E.P.
«Ad esequie avvenute, la famiglia ringrazia la Giudecca per il grande affetto dimostrato in questi anni». È affidato a poche, scarne ma significative parole l’ultimo saluto pubblico a Carlo Maria Maggi. Un funerale, quello per l’ex leader di Ordine Nuovo morto a 82 anni, tenuto segretissimo dalla famiglia. Sconosciuti luogo e ora, il timore era quello di attirare tensioni. Un addio blindato (erano state preallertate anche le forze dell’ordine) e nell’ombra.
Del resto, il passato di Maggi, morto il giorno di Natale nella sua casa alla Giudecca, si nasconde nelle trame del terrorismo nero degli anni ’70. Protagonista della “strategia della tensione”, dietro i baffi brizzolati ha nascosto per anni una doppia identità: da una parte, il medico di base, conosciuto e stimato nella sua Giudecca; dall’altra, il reggente del Triveneto di Ordine Nuovo, struttura eversiva responsabile delle stragi tra il ’69 e il ’74. Proprio in quegli anni, fu colpito più volte da ordini d’arresto. Già condannato a 12 anni per reato associativo nel processo legato alla strage di Peteano (Gorizia, 1972), nell’88 subisce una condanna a nove anni per ricostituzione del partito fascista. Esce indenne dai processi per le stragi di piazza Fontana e della questura di Milano (di cui, secondo l’accusa, era il mandante), viene condannato in via definitiva per la strage di piazza della Loggia a Brescia (8 morti per una bomba durante una manifestazione antifascista). Assolto in primo grado per insufficienza di prove nel 2010 e in appello nel 2012, la Cassazione nel 2014 annulla la sentenza. Per gli ermellini, l’ordigno usato per la strage era stato «confezionato utilizzando la gelignite di proprietà di Maggi e di Carlo Digilio (armiere di Ordine Nuovo, ndr), conservata presso lo Scalinetto», locanda veneziana all’epoca ritrovo dei neofascisti veneziani e veneti.Arriva così l’ergastolo, confermato nel 2017 dalla Cassazione che consegna alla storia il Carlo Maria Maggi, il “dottore in servizio alla Giudecca, come «uno degli ideologi della strategia della tensione a livello nazionale». —
E.P.
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