Lite giudiziaria nella Lega sul consigliere Giusto attesa sull’incompatibilità
Roberta De RossiVENEZIA. Il leghista Giovanni Giusto può o no continuare ad essere consigliere comunale? Sarà un collegio di tre giudici del Tribunale civile a deciderlo.
Ieri, al termine di una lunga e dibattuta udienza, il giudice relatore Carlo Azzolini ha, infatti, raccolto le posizioni delle parti e passato la decisione al Collegio, che sentenzierà nelle prossime settimane.
Al centro del contendere - è noto - c’è la causa avviata dall’avvocato Jacopo Molina per conto di Marco Parrino, primo dei non eletti della Lega, che ha denunciato la presunta incompatibilità di Giusto per il suo incarico di consigliere delegato del sindaco alle Tutela delle Tradizioni. Carica incompatibile - sostiene “l’accusa” - con il suo ruolo di storico presidente del Coordinamento delle Remiere: incarico dal quale Giusto si è dimesso questa estate, una volta scoppiato il caso. Ma sono le dimissioni tout court che chiede Parrino al Tribunale di dichiarare, per subentrare a Giusto in Consiglio comunale, sostenendo che il suo conflitto di interesse lo rendesse ineleggibile.
Detto che - raggiunto al telefono, ieri sera - il diretto interessato Giovanni Giusto preferisce non commentare, pur dichiarandosi «assolutamente tranquillo con la coscienza, preferisco non dichiarare nulla in questa fase», a parlare è così la sua controparte.
Ieri, l’avvocato Molina ha depositato copia della certificazione che Giusto ha allegato all’ultima dichiarazione dei redditi sulla pagina “Trasparenza” del sito del Comune di Venezia, con la quale dichiara di essere presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio dei Tajapiera restauratori veneziani dal 2011. «È la prima volta che il consigliere Giusto segnala pubblicamente questo incarico, anche se sono molti anni che lo ricopre», sostiene l’avvocato Molina, «e il Consorzio ha rapporti di lavoro anche con il Comune di Venezia a conferma dell’incompatibilità con il suo ruolo di consigliere comunale. Del resto, anche la nota con la quale questo agosto, la presidente del Consiglio Ermelinda Damiano ha risposto alla nostra richiesta di chiarimenti, non fa che confermare la sussistenza dell’incompatibilità della nomina di Giusto, nel momento in cui afferma che “il consigliere fin dall’8 febbraio 2018 ha mutato la propria condizione soggettiva riferibile alla segnalata situazione di incompatibilità”». Il Comune e il sindaco Brugnaro si sono stretti in difesa di Giusto, ora sarà il Tribunale civile ad esprimersi. —
Roberta De Rossi
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