L’accusa di Riccardo Calimani «Progetto sbagliato e pericoloso Affosserà i conti di Fondazione»
«Auguro ovviamente che l’M9 abbia successo. Ma ho tanti dubbi. È un progetto sbagliato e pericoloso. Che impegna un terzo del capitale della Fondazione e avrà un futuro molto difficile». Nel coro di...
Alberto Vitucci
«Auguro ovviamente che l’M9 abbia successo. Ma ho tanti dubbi. È un progetto sbagliato e pericoloso. Che impegna un terzo del capitale della Fondazione e avrà un futuro molto difficile». Nel coro di commenti entusiasti per l’apertura del nuovo museo di Mestre, ecco una voce molto critica. Riccardo Calimani, intellettuale e studioso di cultura ebraica, già direttore della Rai del Veneto e consigliere della Fondazione Venezia.
Non le piace l’ M9?
«Non è questo. Lo reputo un azzardo, un progetto mal progettato».
Perché?
«Intanto perché impegna 120 milioni di euro in un’operazione che difficilmente avrà un ritorno».
Ci sono i negozi, i biglietti di ingresso...
«Il commercio è in crisi, chiudono anche i centri commerciali. Non ci sono i parcheggi. E il tema scelto è ristretto. Non verranno le scuole a vedere un museo della Mestre del Novecento. Io avrei fatto un Museo della Scienza e della Tecnica, come è la Villette a Parigi».
Ma lei era in Consiglio della Fondazione.
«Fino al 2015, certo. Infatti ho sempre votato contro in Consiglio generale. Non in grande compagnia»
Per quale motivo?
«Perché, ripeto, mi sembrava e mi sembra un’operazione azzardata, che può mettere a rischio il capitale della Fondazione. Destinato a sostenere attività culturali e associazioni».
Ma la Fondazione è un ente privato.
«Questo è il punto. C’è un’ambiguità di fondo. Mai risolta, forse per i tanti interessi economici. Le Fondazioni bancarie create nei primi anni Novanta hanno una gestione privatistica. Ma amministrano soldi delle banche, le nomine sono pubbliche, il controllo del ministero del Tesoro».
Ci sono anche nomi illustri cooptati nel Consiglio generale dal presidente Brunello. Come faceva prima Giuliano Segre, presidente per 20 anni.
«Sicuramente. Un ex magistrato, Carlo Nordio, un ex sindaco Paolo Costa, un ex commissario del Consorzio Luigi Magistro e tanti altri. Uno a uno sono persone di altissimo livello. Come dicevano i latini, senatori boni viri, senatus autem. Mala bestia».
Adesso è un po’ tardi per dire che il progetto M9 non va bene.
«Forse. Il treno è in corsa, lanciato. Ma credo che abbiamo il dovere di segnalare le criticità, di tirare il segnale di allarme».
I suoi ex colleghi si chiederanno perché lo fa.
«Lo so bene, l’ho messo nel conto. Ebbene non ho interessi, e nemmeno obiettivi personali. Ma credo sia giusto, come diceva Ciampi, tenere la schiena dritta. Parlare chiaro. Come ha fatto Tito Boeri sui conti dell’Inps. Se vorranno ascoltare bene. Se no.... pazienza». —
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