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Maxi-furto al Ducale: è caccia alla talpa, indagini su tutti i lavoratori

Si cerca una donna residente nel Veneziano. I Musei: «Non siamo stati informati, ma non era nostra l’organizzazione»

Vera Mantengoli
1 minuto di lettura
Due dei ladri dopo il furto dei gioielli esposti a Palazzo Ducale 

VNEZIA. Caccia alla talpa che avrebbe permesso il clamoroso furto di gioielli da Palazzo Ducale. Stando a quanto annunciato dal capo della Polizia Franco Gabrielli qualche giorno fa a Venezia, «il tempo delle risposte è vicino».

Dopo la sua dichiarazione è spuntata la notizia del coinvolgimento di una donna residente nel Veneziano e senza precedenti penali alle spalle. La donna farebbe parte dell’organizzazione. Si tratterebbe di una donna insospettabile che avrebbe agevolato la presunta banda di serbi e croati, lasciando la teca con la coppia di orecchini e spilla di diamanti facilmente apribile.

Venezia. Il furto di gioielli a Palazzo Ducale ripreso dalle telecamere di sicurezza



Di lei però non si sa ancora nulla, né se si tratti di una lavoratrice dei Musei Civici, né se sia una proveniente dalla fondazione The Al Thani Collection (organizzatrice della mostra “I tesori dei Moghul e dei Maharaja”). In realtà potrebbe essere anche una persona meno in vista che ha o ha avuto accesso a Palazzo Ducale e potuto osservare da vicino il sistema di controllo utilizzato dalla fondazione Al Thani. I Musei Civici non erano stati informati della notizia e non lo sono stati nemmeno nella giornata di ieri. Non ci sono stati quindi provvedimenti presi nei confronti del personale che, fino a quando non ci saranno comunicazioni ufficiali, continuerà a svolgere il proprio lavoro come sempre. Nemmeno i guardiasala sembra siano stati colpiti dalla notizia o sfiorati dall’ipotesi che possa essere stata una lavoratrice. «Non commentiamo», ha detto la fondazione Al Thani.

(ansa)


Qualche giorno fa, mentre arrivavano le opere della mostra sul Tintoretto, la direttrice Gabrielli Belli aveva assicurato la massima sicurezza, ribadendo che la mostra sui gioielli era stata organizzata dalla fondazione Al Thani che si era occupata di tutto, incluso il sistema di allarme che sembra andasse spesso in tilt, fattore non poco influente per chi stava studiando il colpo. «Quando ho visto il video» commenta Setrak Tokatzian, proprietario della gioielleria in piazza San Marco «Ho subito riconosciuto la stessa modalità del furto avvenuto quando avevamo il negozio nell’allora hotel Cipriani della Giudecca».

Il fatto risale al settembre 2015 quando una coppia, uomo e donna, e due con funzione di palo, riuscirono a portarsi via da una teca dell’attuale BelmondHotel Cipriani un rorologio da circa 300 mila euro (assicurato). Dopo pochi mesi, nel gennaio 2016, venne compiuto un altro furto alla Fiera di Vicenza, con le stesse modalità: «La banda di Vicenza è stata presa grazie a un’impronta digitale» ha detto «Ho riconosciuto gli stessi volti dei video del furto mio. All’epoca avevo chiamato la polizia e glielo avevo detto, purtroppo non ho più saputo nulla. Non mi sembra strano che ci sia una talpa anche se non penso sia veneziana». Ora non resta che attendere le risposte. —


 

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