Fisco e tangenti, in 14 al patteggiamento
Tra loro anche Esposito e Borrelli. Sul piatto un risarcimento di 200 mila euro per l’Agenzia delle Entrate e il ministero
di Rubina Bon
Un anno fa il terremoto che aveva coinvolto alcuni dirigenti dell’Agenzia delle Entrate (ora non più dipendenti), finanzieri, imprenditori, commercialisti, un giudice tributario e due allora dipendenti di Cattolica Assicurazioni con le mazzette, i regali e le assunzioni per ammorbidire le sanzioni relative alle contestazioni di evasione fiscale da parte della stessa Agenzia. Ieri, nella prima udienza preliminare durata l’intera giornata davanti alla gup Roberta Marchiori, è stata messa nero su bianco la strategia processuale dei 21 imputati. Quattordici le posizioni che dovrebbero chiudersi in sede di indagini preliminari con un patteggiamento sotto i 2 anni, garantendo così agli imputati la sospensione della pena, in virtù anche della collaborazione fornita alla magistratura. Le istanze di accordo hanno avuto il via libera dei sostituti procuratori Stefano Ancilotto e Stefano Buccini e su queste ora dovrà esprimersi la gup. Patteggiano due delle figure che, secondo l’inchiesta della Procura veneziana, erano gli ingranaggi all’interno dell’Agenzia delle Entrate. I rispettivi difensori hanno proposto un accordo a 2 anni per il veneziano Massimo Esposito, al tempo direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Venezia, ed Elio Borrelli di Calalzo di Cadore, dirigente del Centro operativo delle Entrate di Venezia e poi di Pesaro e Urbino. Stessa pena proposta per il commercialista chioggiotto Augusto Sartore, che secondo l’accusa avrebbe fatto da trait d’union tra i funzionari del Fisco e alcuni imprenditori, e per l’imprenditore jesolano Aldo Bison, accusato di aver versato 140mila euro (e altri 160mila promessi) a Borrelli ed Esposito per ritardare gli avvisi di accertamento fiscale e sbloccare il rimborso di oltre 3 milioni di Iva attesi da tempo dall’azienda edile. Un ruolo più marginale quello dei figli dell’imprenditore, Lara e Fabio, e della moglie Anna Basso: 1 anno e 10 mesi la richiesta per loro. Sempre tra gli imprenditori, i veneziani Paolo Maria Baggio e Paolo Tagnin, rispettivamente amministratore e addetto commerciale della “Baggio Trasporti Combinati” di Marghera, hanno chiesto una pena di 1 anno e 4 mesi per il primo, 1 anno e 8 mesi per il secondo. Istanza di patteggiamento a 9 mesi per il friulano Pietro Schneider, amministratore unico della Burimec Spa di Butrio. E ancora 1 anno e 6 mesi per Giuseppe Milone, ex responsabile amministrativo della Cattolica Assicurazioni, e 11 mesi e 10 giorni per l’allora giudice tributario Cesare Rindone. Vuole l’accordo sulla pena a 1 anno e 6 mesi anche il colonnello della Finanza Antonio De Franchis, accusato di truffa per essersi assentato dal lavoro senza motivo e per aver chiesto al friulano Christian David, dirigente delle Entrate, di accedere ai database del Fisco per controllare alcune posizioni. Una delle destinatarie delle informazioni riservate, la sandonatese Nicoletta Regazzo, vuole accordarsi su una pena di 1 anno e 4 mesi.
I risarcimenti. Oltre 200mila euro di risarcimenti per il danno all’immagine arrecato all’Agenzia delle Entrate e al Ministero dell’Economia sono stati messi sul piatto da alcuni imputati per alleggerire le proprie posizioni. Tra le offerte, 140mila euro da parte di Aldo Bison, 45mila euro da Baggio e Tagnin, 15mila da Sartore e 7mila da Borrelli. Nell’udienza del 20 luglio gli imputati dovranno portare alla giudice la prova dell’avvenuto pagamento. Resta poi aperta la partita delle confische a carico di alcuni imputati conseguenti ai sequestri effettuati al tempo sull’ammontare delle mazzette.
Le altre posizioni. Non hanno chiesto riti alternativi e quindi discuteranno l’udienza preliminare, nella quale si è costituita parte civile l’Avvocatura dello Stato, i difensori della commercialista trevigiana Tiziana Mesirca e del tenente colonnello della Finanza Massimo Nicchiniello. Quanto al colonnello delle Fiamme Gialle Vincenzo Corrado e al dirigente del Fisco Christian David, i rispettivi legali hanno deciso di chiedere il giudizio con rito abbreviato (e quindi con lo sconto di un terzo della pena) per gli episodi di corruzione più gravi, quelli per cui la Procura aveva chiesto il giudizio immediato. Per tutte le altre contestazioni, invece, gli avvocati discuteranno l’udienza preliminare. Abbreviato per entrambe le posizioni, invece, per l’ex dirigente di Cattolica Assicurazioni, il veronese Albino Zatachetto. Anche Daniele De Franchis, commercialista siciliano fratello del colonnello, e Fabrizio Paulin, imprenditore udinese, hanno chiesto l’abbreviato. Stralciata la posizione dell’avvocato Lorenza Cracco. L’avvocato Marco Vassallo, difensore di David, ha chiesto che la gup Marchiori si astenga dal giudizio, essendosi già a suo tempo espressa su un’istanza per il suo assistito. Deciderà la presidente del tribunale Manuela Farini.
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