Jesolo, cento clienti di Vazzoler nel mirino del fisco
Finanzieri a caccia degli evasori che si affidavano a al "mago della webeconomy" Alberto Vazzoler per nascondere i capitali all'estero. Imprenditori, medici, avvocati e antiquari nei guai
di Enrico Ferro
JESOLO. L’impero del sandonatese Alberto Vazzoler si regge sulle spalle di imprenditori e professionisti che in questi due anni hanno nascosto al Fisco la bellezza di 46 milioni di euro. Ci sono imprenditori, medici, avvocati, antiquari. E sono tutte persone che abitano e operano nel Nordest, tra Padova, Treviso e Venezia. Terminata la fase uno, con gli arresti e i sequestri, ora è su questo filone investigativo che si stanno concentrando i militari della Guardia di finanza.
Di fatto Vazzoler è la chiave di volta per scoperchiare finalmente un sistema che riusciva a movimentare cifre mostruose di denaro sporco, il “pil” nero del Veneto che continua a evadere.
Gli attici a Padova e Jesolo sequestrati a Vazzoler
Vazzoler riusciva a far partire bonifici dalle banche svizzere verso società fittizie nella Repubblica Ceca e Slovacca, motivati con l’acquisto di lingotti d’oro. Da qui poi partivano bonifici verso alcune società a Dubai. Negli Emirati Arabi Elena Manganelli Di Rienzo riscuoteva in contanti il denaro e lo spediva a bordo di aerei di nuovo in Svizzera, a disposizione dei clienti. Per tutto questo chiedeva percentuali che variavano dal 5 al 10 per cento.
L’attuale compagna, la trentaseienne trevigiana, entra nell’inchiesta solo di riflesso ma al momento pare non avesse ruoli operativi.
A carico delle cento persone che hanno nascosto i capitali in Svizzera saranno aperti procedimenti sia penali che amministrativi, con l’obiettivo di restituire all’erario più soldi possibile.
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