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Presi i rapinatori dell’oreficeria Ciach

Sono quattro banditi pugliesi trasfertisti a Dolo. Fondamentale per i carabinieri l’aiuto dei passanti e di due ragazzi

di Carlo Mion
1 minuto di lettura

DOLO. Rapina alla gioielleria Ciach di Dolo, arrestati i quattro malviventi: individuati anche grazie al coraggioso inseguimento da parte di due adolescenti e a un maresciallo dei carabinieri che si è messo a cercarli in sella ad una bicicletta. Si tratta di quattro trasfertisti pugliesi che avevano messo insieme un bottino da 45mila euro. Bottino non recuperato. I due ragazzi sono stati ringraziati pubblicamente dal colonnello Claudio Lunardo che li ha segnalati anche Prefetto per un pubblico riconoscimento.

L’hanno chiamata operazione “GoldrRiver” , fiume d’oro. carabinieri e Procura di Venezia sono certi di aver individuato la banda di rapinatori trasfertisti che ha messo a segno la rapina ai danni della gioielleria Ciach il 13 ottobre, nella centralissima via Mazzini.

Ieri all’alba sono finiti in manette: il 39enne Francesco Andriola, il 34enne Luciano Pagano, il 32enne Ugo Ugolini e il 37enne Maurizio Cannalire. All’interno del negozio sono entrati Ugolini e Andriola, mentre gli altri due, con un’auto pulita, erano appostati a poche centinaia di metri. Le ordinanze chieste dai pm Giorgio Gava e Rosa Listro, sono state firmate dal giudice Roberta Marchiori.

I banditi, tutti con precedenti specifici e che in estate avevano compiuto diversi sopralluoghi in Riviera per scegliere la gioielleria da rapinare, sono stati individuati anche grazie al pronto allarme di due adolescenti, che – accortisi di quanto stava accadendo – hanno chiamato il 112 con il loro cellulare e successivamente hanno iniziato un pericoloso inseguimento a distanza dei rapinatori quando questi, usciti dalla gioielleria, sono scappati a piedi. Tanto che uno dei banditi accortosi dei due che lo stavano inseguendo, si è fermato e ha puntato contro di loro la pistola. Uno dei due si è allontanato a piedi e l’altro in auto.

Ma si è trattato di un aiuto corale alle indagini dei carabinieri. All’arrivo della pattuglia, infatti, altri passanti hanno indicato ai militari la via di fuga dei malviventi e in particolare che uno di loro aveva imboccato uno stretto vicolo: il maresciallo dei carabinieri di Dolo, inforcata la bicicletta offertagli da un passante, ha così tentato l’inseguimento, trovando lungo la strada i due ragazzi, che hanno descritto la Punto blu utilizzata per la fuga e parte della targa. Auto che poi il maresciallo incrocia più avanti e di cui riesce a leggere quasi completamente la targa. Targa e auto sono state, poi, riprese completamente dalla videosorveglianza di un’abitazione privata.

Ne è nata un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Giorgio Gava, che ha portato a seguire le tracce dei rapinatori fino in Puglia e a ricostruirne i movimenti nei giorni precedenti al colpo, come il sopralluogo preliminare fatto a Dolo pochi giorni prima.

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