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«Soldi senza fatica», perdono 10 mila euro a testa

Un falso piano di raccolta fondi chiamata D9 Clube celava una truffa che ha ingannato diversi soci a Dolo

Giusy Andreoli
2 minuti di lettura

LOREGGIA. Una truffa piramidale in cui sarebbero caduti diversi residenti  in provincia di Padova e Venezia, rimettendoci cifre che vanno da 2 mila a oltre 10 mila euro a testa. È il sistema D9 Clube, un piano di raccolta fondi che prometteva di far soldi senza fatica ma che in realtà ha rovinato almeno quattro persone, convinte si trattasse di una buona occasione di guadagno dato che le loro possibilità economiche non erano certo floride.

I truffati, due uomini e due donne, hanno deciso di adire le vie legali incaricando l’avvocato Stefano Squarise di presentare denuncia.

«Tutto ha avuto inizio nel dicembre 2016, con la partecipazione dei truffati alla presentazione del progetto in noti ristoranti e alberghi di Loreggia, Limena, Dolo o nelle case private dei primi investitori», racconta il legale padovano.

«Il D9 veniva descritto come un sistema di scommesse sportive online, collegato alla piattaforma “Betfair” e gestito da una società brasiliana con sede in Pina Recife, Avenida Engenheiro Antonio de Goes, con a capo il ceo e fondatore Danilo Santana. In realtà Betfair era assolutamente all’oscuro del sistema truffaldino».

In quelle riunioni il programma veniva illustrato con slide e con collegamenti video dal Brasile. Per aderire bisognava versare un primo importo di 2 mila euro e sottoscrivere un modulo prestampato. Veniva quindi aperto in tempi brevi un account a nome degli aderenti che, tramite un login, accedevano al sito D9 dove ognuno aveva il proprio link per controllare il versamento effettuato.

«Su quell’account, ogni settimana le persone vedevano un accredito di 170 dollari pari a 150 euro», spiega Squarise. «Raggiunti 600 euro il gerente consegnava direttamente a casa del partecipante il denaro in contanti. Ovviamente i primi aderenti, vedendo che l’investimento fruttava, a loro volta versavano altri soldi e in più invitavano amici e conoscenti a versare i 2 mila d’ingresso». Più persone si portavano, più punti si accumulavano e più si riusciva a fare “carriera”.

I ruoli partivano da Tifoso a Giocatore, poi Capitano, Allenatore, Coordinatore. Si passava poi alle cariche dirigenziali: Gerente, Direttore e Direttore esecutivo. Tutte le informazioni, almeno fino al 20 maggio 2017, venivano condivise con messaggi entusiastici nel primo gruppo Whatsapp sul sistema D9. Il meccanismo si è inceppato proprio nel maggio 2017, quando negli account non si rilevavano gli accrediti e non avvenivano i pagamenti “in manuale”.

«Già dal 20 maggio cominciavano ad essere segnalati sul gruppo Whatsapp i primi problemi», conferma Squarise, che sta predisponendo un esposto alla Procura di Padova per conto dei suoi clienti danneggiati. «Ma coloro che tiravano le fila affermavano che la piattaforma era bloccata a causa dell’attacco di hacker e tutto si sarebbe sistemato. Che i pagamenti non potevano più avvenire in contanti ma con “fantomatici bitcoin”. Molti investitori hanno addirittura versato altri mille euro, convinti che tutto si sarebbe sistemato entro marzo 2018».

 

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