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«Pronti all’appello per la morte di Lucia»

Parla l’avvocato del papà condannato: «La perizia sull’auto è stata parziale»

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DOLO. «La condanna del mio assistito viene pronunciata alla conclusione di un rito abbreviato condizionato, del tutto anomalo». È la posizione di Cinzia Ulmiri l’avvocato difensore di Federico Tasso, 41enne architetto di Dolo condannato per omicidio colposo e lesioni colpose in seguito alla morte della figlioletta Lucia, 3 anni, che viaggiava sull’auto da lui guidata sulla Romea a Conche di Codevigo.

Tasso è stato condannato dal Tribunale di Padova un anno di reclusione (pena sospesa). La sentenza ha altresì condannato Federico Tasso al pagamento di una provvisionale di 12.000 euro in favore di Giuseppe Siegato (altra persona coinvolta nel sinistro), e di 5.000 euro a ciascuna delle altre 3 parti civili costituitesi in giudizio (con gli avvocati Augusto Palese e Paolo Vianello), padre, madre e sorella del danneggiato (Siegato).

«Per primo», spiega l’avvocato Ulmiri, «è stato possibile inserire in atti una perizia dettagliata che ha confutato tecnicamente le risultanze della consulenza del perito nominato dal Pm, l’ingegner Fais. Dopo averne discusso gli esiti il giudice per l’udienza preliminare non ha ritenuto di poter emettere sentenza, ma, ha disposo la comparizione dell’ingegner Fais e l’acquisizione di ulteriore comunicazione da parte di Nissan attestante la circostanza che il veicolo non fosse stato richiamato dalla casa madre per anomalie. All’udienza Fais ha confermato di avere visionato il veicolo solo esternamente, di aver preso in considerazione solo l’ipotesi che lo sbandamento improvviso della Nissan fosse dipeso dallo scoppio di uno pneumatico e di non aver approfondito altro tipo di anomalie in quanto la procedura sarebbe stata dispendiosa».

Precise le conclusioni: «È evidente», conclude Ulmiri, «che la deposizione dell’ingegner Fais non ha contribuito a chiarire i dubbi ma ne ha ampliato la portata, rendendo inevitabile l’appello. Attendiamo quindi il deposito delle motivazioni nel termine di 90 giorni indicato dal giudice». (a. ab.)

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