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Mafie e rifiuti, monito dello Iuav

Nel nuovo Piano integrato 2018/2020 attenzioni anche alle infiltrazioni nel territorio veneto

di Enrico Tantucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. Lo Iuav vara il suo nuovo piano integrato - 2018/2020 - con un occhio attento ai temi legalità e ai rischi della criminalità organizzata presente nel Veneto. Il Piano, da poco presentato nel Consiglio di amministrazione dell’ateneo guidato dal professor Alberto Ferlenga, va nella direzione della modifica dell’ateneo a Scuola a ordinamento speciale, già richiesta al ministero, che consenta una gestione più efficiente dell’istituzione, anche con la modifica dello statuto dell’Iuav. Ma guarda anche a una lettura nuova del territorio veneto per i rischi legati alle possibilità illegalità.

Le individua nel settore dello smaltimento rifiuti «rilevando come sintomatica di possibile illiceità il ricorso ad affidamenti diretti sotto soglia che sfuggono al controllo antimafia, nonché alle procedure ad evidenza pubblica che possono favorire accordi tra funzionari preposti e imprenditori». Ma anche nel tessuto economico-produttivo locale, in particolare con il fenomeno dell’usura o dell’infiltrazione e nelle grandi opere e nella gestione degli appalti pubblici.

«Pur non essendo stati accertati tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore della Pubblica Amministrazione», si legge nel Piano Iuav, «si sono verificati nel territorio veneto diversi casi di corruzione, concussione, abusi d’ufficio e peculato che hanno riguardato amministratori e impiegati presso enti territoriali (Comune, Provincia, Regione)».

Nel Piano si ricorda anche come in riferimento allo scandalo del Mose per tangenti e fondi neri in relazione al Consorzio Venezia Nuova, i lavori abbiano incrociato le funzioni istituzionali dello Iuav, che ha curato anche i progetti e architettonici e ambientali per le opere di mitigazione delle dighe mobili, «senza ravvisare in ogni caso alcun tipo di coinvolgimento delle università veneziane». Ma il Piano apre uno spiraglio inedito che riguarda l’ateneo di Padova. «Tuttavia tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, è detto nel Piano, alcuni fatti di corruzione stanno riguardando il vicino territorio padovano, coinvolto in un’ampia attività di indagine per eventi occorsi nell’ateneo patavino in materia di corruzione nell’ambito degli appalti, con frazionamento dei lavori sotto la soglia al fine di eludere controlli più stringenti. Altre operazioni stanno richiedendo l’intervento del Centro operativo della Direzione antimafia di Padova per associazioni a delinquere con attività di riciclaggio e autoriciclaggio, fatture false e analogo».

Il piano individua anche i punti di forza e di debolezza dello Iuav a livello generale. Tra i primi, i tassi di occupazione più alti della media nazionale, l’obbligatorietà di tirocini e stage, workshop e laboratori progettuali previsti per tutti i corsi di studio, l’elevata mobilità internazionale dei suoi studenti. Tra i punti di debolezza, invece, un’offerta didattica costruita su un numero di studenti più ampio di quelli che l’Iuav riesce a attrarre, il numero di docenti in settori strategici limitato dai vincoli sulle assunzioni, il numero eccessivo di studenti che frequentano i laboratori didattici, la scarsa attrattività dei corsi di laurea e laurea magistrale per gli studenti stranieri.

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