VENEZIA. Calano, in modo lento ma costante, le donazioni di sangue che scendono a circa 50 mila l’anno. Tanto che per il 2017 la provincia di Venezianon è stata in grado di soddisfare la richiesta di trasfusioni con le proprie forze e ha dovuto chiedere aiuto alle altre province venete. L’allarme arriva dai responsabili regionali dell’Avis Veneto, riunitisi ieri alla scuola grande di San Teodoro in occasione del 50esimo anniversario dei volontari del sangue.
Due le cause principali di una decrescita che, in prospettiva, preoccupa l’Avis: l’età media sempre più alta dei soci iscritti e la continuità delle nuove generazioni. In sostanza, gli anziani sono abituati a donare il sangue anche svariate volte in un anno. D’altro canto, non sono rimpiazzati da giovani altrettanto solerti, che il più delle volte si rivolgono ai centri Avis non più di una volta ogni dodici mesi.
Numeri di rilievo anche nella provincia di Venezia, che conta circa 32 mila iscritti (5600 solo a Mestre) e circa 50 mila donazioni l’anno (in calo rispetto alle 55 mila di tre anni fa). Per quanto riguarda Venezia (città insulare), l’Avis conta 2500 donatori, il 35% composto da donne. In linea con l’andamento generale, l’età media è avanzata e, secondo Sandro Cicogna (presidente Avis comunale di Venezia), lo sforzo dell’associazione è rivolto a sensibilizzare le nuove generazioni. Grazie a campagne pubblicitarie e incontri negli istituti superiori, nel 2017 a Venezia ci sono stati 360 nuovi donatori di cui 150 dai 18 ai 24 anni. L’Avis ha anche messo a disposizione degli studenti 16 borse di studio da 500 euro, destinate ai soci con votazioni eccellenti durante l’anno scolastico. «La generosità non ci è mai mancata e le nuove leve ci sono», commenta Cicogna, «adesso bisogna lavorare sulla continuità delle donazioni».
Come? Riscoprendo il valore della comunità. E per farlo, continua il presidente dei donatori veneziani, c’è la necessità di riscoprire l’importanza dei centri di aggregazione «per combattere le sacche di solitudine che fanno venire meno il gioco di squadra». Tra le richieste, anche l’ammodernamento del centro trasfusionale dell’ospedale Civile. «Il direttore Dal Ben si è sempre mostrato disponibile», conclude Cicogna, «ci auguriamo che i problemi si possano risolvere prima della fine del suo mandato».
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