Ascom: «Subito un codice etico» Il Codacons è per il bollino nero
VENEZIA. L’ennesima truffa ai danni di alcuni turisti che si sono visti costretti a pagare un conto salatissimo per un pranzo, «non dà certo una bella immagine di Venezia e dei suoi ristoranti».Lo...

VENEZIA. L’ennesima truffa ai danni di alcuni turisti che si sono visti costretti a pagare un conto salatissimo per un pranzo, «non dà certo una bella immagine di Venezia e dei suoi ristoranti».
Lo dice il presidente del settore turismo dell’Ascom Giuseppe Galardi, sottolineando che «per fortuna però, questo come altri, sono casi isolati perché l’offerta della città è ben altro, e il cliente generalmente viene rispettato».
«Come Ascom Venezia» spiega Galardi, «sono anni che ci impegniamo nel far proporre servizi di qualità da parte dei nostri associati, facendo seguire un codice etico e organizzando corsi di formazione. Mi pare che in questo caso il ristorante sia svincolato da qualsiasi associazione di categoria e questo è il risultato» .
Il presidente Ascom Venezia Roberto Magliocco lancia una proposta: «perché non creare un marchio legato al codice etico con il patrocinio dell’amministrazione comunale? L’operatore che dovesse aderire all’iniziativa riceverebbe una vetrofania da esporre nel proprio locale così da essere riconoscibile e far sentire il turista tutelato».
Anche il Codacons si espime sulla vicenda e propone l’adozione di un “bollino nero” per i ristoranti e gli esercenti che si approfittano dei turisti facendo pagare loro conti spropositati, come appunto è accaduto ai quattro studenti giapponesi in visita a Venezia.
«Di fronte al ripetersi di casi analoghi, che a Venezia si ripresentano con una frequenza sconcertante», spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi «chiediamo l’istituzione di un bollino nero per i ristoranti e gli esercenti scorretti. Chi truffa o tenta di truffare i clienti deve essere immediatamente individuabile, attraverso l’obbligo di affissione di un apposito bollino sulle vetrine e agli ingressi di ristoranti e negozi. In tal modo il turista può diffidare da quegli esercizi che hanno messo in atto comportamenti truffaldini a danno dei clienti, rivolgendosi altrove».
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