Incidente sul lavoro iniziato il processo
MIRA. L’operaio era volato da un’altezza di 2 metri e 40 durante l’intervento di pulizia allo stabilimento della Reckitt Benckiser, schiantandosi al suolo e finendo in Rianimazione. Il politrauma per...
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MIRA. L’operaio era volato da un’altezza di 2 metri e 40 durante l’intervento di pulizia allo stabilimento della Reckitt Benckiser, schiantandosi al suolo e finendo in Rianimazione. Il politrauma per caduta dall’alto diagnosticato dai medici dell’ospedale di Mestre gli era costato una prognosi di 106 giorni. Per l’incidente dell’8 novembre 2014 si è aperto in tribunale a Venezia il processo a carico di Grazia Maria Tarsitano, 78 anni di Lamezia Terme, all’epoca amministratrice unica della ditta “Medi srl” di Roma (avvocato Leonello Azzarini), che deve rispondere di lesioni gravi. A processo anche la stessa ditta specializzata in demolizioni industriali (avvocato Damiano Danesin), chiamata a rispondere della responsabilità amministrativa dell’azienda nei confronti della sua ex amministratrice.
A Tarsitano la Procura lagunare contesta «di non aver valutato compiutamente, nell’ambito del piano operativo di sicurezza, i rischi delle lavorazioni effettuate e in particolare i rischi di caduta dall’alto». Nello specifico, l’amministratrice unica è accusata di non aver fatto mettere in sicurezza l’apertura di un solaio che portava direttamente al livello sottostante, più basso di 2 metri e 40, all’interno dell’edificio 59 ex saponeria. L’apertura era protetta, si legge nel capo d’imputazione «da un parapetto incompleto, in evidente stato di usura, a tratti divelto, mancante in alcuni punti di corrente superiore e di corrente intermedio, oltre che della tavola fermapiede».
Alla “Medi srl”, invece, viene contestato il vantaggio correlato al risparmio di spesa derivato alla società dalla mancata predisposizione delle strutture necessarie a garantire le condizioni di sicurezza. Sia l’ex amministratrice unica che la società nel 2016 avevano ricevuto un decreto penale di condanna che entrambi avevano impugnato, opponendosi. La tesi difensiva è che fossero state adottate tutte le precauzioni di sicurezza del caso e che la condotta fuori regola fosse semmai quella tenuta dal dipendente.
L’udienza filtro è stata fatta slittare perché le difese hanno sollevato un’eccezione. Il giudice monocratico ha rifissato il procedimento per il 12 luglio.
Rubina Bon
A Tarsitano la Procura lagunare contesta «di non aver valutato compiutamente, nell’ambito del piano operativo di sicurezza, i rischi delle lavorazioni effettuate e in particolare i rischi di caduta dall’alto». Nello specifico, l’amministratrice unica è accusata di non aver fatto mettere in sicurezza l’apertura di un solaio che portava direttamente al livello sottostante, più basso di 2 metri e 40, all’interno dell’edificio 59 ex saponeria. L’apertura era protetta, si legge nel capo d’imputazione «da un parapetto incompleto, in evidente stato di usura, a tratti divelto, mancante in alcuni punti di corrente superiore e di corrente intermedio, oltre che della tavola fermapiede».
Alla “Medi srl”, invece, viene contestato il vantaggio correlato al risparmio di spesa derivato alla società dalla mancata predisposizione delle strutture necessarie a garantire le condizioni di sicurezza. Sia l’ex amministratrice unica che la società nel 2016 avevano ricevuto un decreto penale di condanna che entrambi avevano impugnato, opponendosi. La tesi difensiva è che fossero state adottate tutte le precauzioni di sicurezza del caso e che la condotta fuori regola fosse semmai quella tenuta dal dipendente.
L’udienza filtro è stata fatta slittare perché le difese hanno sollevato un’eccezione. Il giudice monocratico ha rifissato il procedimento per il 12 luglio.
Rubina Bon
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