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Un piano anti-corruzione per il porto

Il documento consultabile online. Entro il 26 gennaio i soggetti interessati possono presentare osservazioni e integrazioni

di Gianni Favarato
2 minuti di lettura
Bandi e gare d’appalto, concessioni e autorizzazioni, certificazioni, intermediazioni della manodopera, operazioni doganali e fatturazioni.

Il potenziale per il proliferare della corruzione, nell’ambito delle svariate funzioni di un grande ente pubblico come la nuova Autorità Portuale di Sistema, è altissimo. Tant’è che il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, ha disposto nell’agosto scorso un aggiornamento del Piano nazionale anticorruzione che prevede la predisposizione di un apposito Piano triennale anticorruzione anche per i nuovi organismi di “governance” creati con la riforma che ha ridotto da 54 a 15 le Autorità Portuali italiane che hanno il compito di coordinare e programmare il complesso sistema portuale. È anche prevista la nomina, in ciascuna delle 15 nuove Autorità portuali, di un apposito “Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza”.

Prevenzione e trasparenza. La nuova Autorità di SistemaPortuale del Mare Adriatico Settentrionale unifica la governance degli scali di Venezia e Chioggia dove operano in totale 1.178 aziende che occupano 16.500 persone. Secondo le disposizioni impartite da Cantone tutte le nuove Autorità Portuali sono tenute all’applicazione di tutte le misure di «prevenzione della corruzione e trasparenza», attraverso un Piano triennale di prevenzione che l’ente veneziano ha predisposto per il periodo 2018 al 2020».

Il Piano è stato pubblicato nella home-page del suo sito internet ed è consultabile – come spiega una nota stampa – da tutti i soggetti che «direttamente o indirettamente partecipano o sono interessati dall’attività dell’ente portuale e portano un valore aggiunto al Piano di prevenzione con l’intento di migliorare le strategie e le misure di prevenzione fissate e di garantire la più ampia partecipazione della società civile».

Il caso veneziano. L’Autorità di Sistema Portuale di Venezia e Chioggia, presieduta da Pino Musolino, ha così predisposto e pubblicato il 12 gennaio scorso il suo Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza 2018 – 2020 per raccogliere osservazioni e proposte di integrazione per unire alcuni tratti essenziali dei nuovi principi che animano le pubbliche amministrazioni le cui azioni devono essere orientate alla prevenzione della corruzione, «attraverso in primo luogo la trasparenza e la partecipazione da parte dei soggetti interessati o coinvolti dalla vita delle amministrazioni pubbliche». Osservazioni ed integrazioni al Piano dovranno essere presentate entro il prossimo 26 gennaio e saranno considerate nella revisione finale del documento che verrà adottato entro il 31 gennaio.

I nuovi organismi a rischio. Il piano di prevenzione della corruzione è “figlio” della recente riforma che ha tolto quasi tutti i poteri alle vecchie “corporazioni” che rappresentavano gli interessi dei vari operatori e soggetti portuali e istituito nuovi organismi come il Comitato di gestione, la Commissione consultiva, il Segretario generale e il Collegio dei revisori.

Del resto proprio l’Anac presieduta dal magistrato Raffaele Cantone conferma di «aver ricevuto e di continuare a ricevere segnalazioni dal settore portuale, concernenti situazioni micro e macro-corruttive, e che le gestioni portuali sono oggetto di procedimenti giudiziari». «Lo sforzo della recente riforma è stato quello di “decorporativizzare” e semplificare gli organi di governo e il nuovo sistema di governance portuale» sottolinea l’Anac nel suo documento di consultazione. «Tuttavia, a fronte di questi impegni, permangono le difficoltà derivanti dalle lunghe procedure di approvazione dei piani regolatori portuali e i ritardi nell’approvazione del regolamento delle concessioni che hanno prodotto e continuano a produrre una micro-regolazione eccessiva che può favorire fenomeni di cattiva amministrazione, infiltrazioni mafiose e vera e propria corruzione».

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