Portogruaro, falsa invalida smascherata dalla finanza
La Procura le contesta la truffa aggravata. La donna filmata dalla guardia di finanza. Sosteneva di avere il morbo di Parkinson in forma gravissima e di doversi muovere con carrozzina e accompagnatore. Ma camminava bene e aveva appena rinnovato la patente

PORTOGRUARO. La Procura di Pordenone tiene alta la guardia sul fenomeno dei falsi invalidi. Sono frequenti e numerosi i controlli delle fiamme gialle. Di recente gli inquirenti pordenonesi hanno chiuso le indagini su un caso che ha impegnato in numerose attività di osservazione e pedinamenti, documentati anche con filmati, la guardia di finanza di Portogruaro.
La Procura contesta all’indagata, una 58enne originaria di Napoli ma residente a Portogruaro, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di un ente previdenziale dello Stato e falso per induzione. Alla donna è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. In attesa della richiesta di rinvio a giudizio, la difesa avrà il tempo di presentare le proprie memorie e osservazioni per controbattere alle accuse.
La Procura ritiene che la donna abbia beneficiato dall’agosto 2016, senza averne diritto, di un assegno di invalidità per una «totale e permanente inabilità lavorativa al 100 per cento» e «impossibilità a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore». Quindi aveva carrozzina e accompagnatore.
Al mese percepiva 513,43 euro a titolo di indennità e 297,47 euro a titolo di pensione. Le somme – 7.200 euro in tutto – sono state poste sotto sequestro. Gli artifici e raggiri, ritiene la Procura, sarebbero consistiti nel simulare una grave invalidità – compresa una forma molto seria del morbo di Parkinson – in realtà insussistente nelle forme codificate dall’articolo 3 comma 3 della legge 104 del 1992, inducendo in errore la commissione medica di prima istanza, il medico di base e la commissione medica per l’accertamento dell’invalidità civile.
Ma la Finanza l'ha filmata mentre faceva attività incompatibili con il suo presunto stato di salute. Camminava e andava in auto.
In questo modo, si sarebbe configurato anche il falso per induzione, ovvero l’indagata avrebbe indotto i pubblici ufficiali e in particolare il medico di base e la Commissione medica per l’accertamento dell’invalidità civile a redigere false certificazioni sanitarie attestanti una invalidità non qualifica. Dalla documentazione esaminata dalla Procura, è emerso che il 7 dicembre 2009 la commissione medica di prima istanza ha accertato una riduzione della capacità lavorativa pari all’80 per cento, mentre il 27 maggio 2013 la donna possedeva i requisiti per ottenere l’abilitazione alla guida. Il 22 agosto 2016 è stata riconosciuta invalida al 100 per cento.
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