Musolino adotta il progetto D’Agostino
Grandi navi, il terminal crocieristico a Marghera predisposto dall’ex assessore preso come riferimento, con modifiche
di Enrico Tantucci
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VENEZIA. Il porto pronto ad “adottare”, con le dovute modifiche, il progetto del nuovo terminal croceristico di Marghera predisposto dall’architetto Roberto D’Agostino, già assessore comunale di Venezia all’Urbanistica, e elaborato da una Ati (Associazione temporanea di imprese) formata da quattro società di ingegneria venete ( EDsrl, Techinital, Net engineering, F&M). E che prevede già la realizzazione dei nuovi attracchi per le Grandi Navi a Marghera e lungo il canale Brentella.
Un progetto già presentato al Ministero dell’Ambiente per la procedura di “impatto ambientale” nel 2014 e che corrisponde anche alle indicazioni già uscite dall’ultimo Comitatone, che ha appunto indicato in Marghera il luogo dove creare un nuovo terminal crocieristico per le navi di maggiore stazza. Lo ha annunciato ieri il presidente dell’Autorità portuale veneziana Pino Musolino, commentando alcuni aspetti del Piano operativo portuale 2018-2010 recentemente approvato, che contiene appunto per le grandi navi fuori dal Bacino di San Marco la soluzione Marghera, accanto allo scavo del canale Vittorio Emanuele per consentire comunque, nella fase di transizione, l’approdo alla Marittima. «Quel progetto», ha spiegato Musolino, «corrisponde per caratteristiche alla soluzione indicata anche dal recente Comitatone e ha già affrontato una prima fase autorizzativa. Non può pertanto che costituire, un questa fase, un punto di riferimento progettuale, anche se questo non vuol dire “sposarlo” interamente o non sottoporlo a eventuali modifiche».
Musolino ha anche chiarito in parte un aspetto controverso che riguarda invece lo scavo del canale Vittorio Emanuele, da cui vanno asportati circa due milioni di fanghi per renderlo pienamente navigabile anche per le navi da crociera. Un progetto che, secondo quanto il presidente dell’Autorità portuale ha sostenuto in precedenza, potrebbe essere attuato come intervento di manutenzione, senza perciò affrontare i tempi lunghi e incerti del giudizio della Commissione di valutazione d’impatto ambientale (Via) del ministero dell’Ambiente. Altri però, a cominciare dallo stesso Ministero dell’Ambiente, la penserebbero diversamente.
«Stiamo concludendo la verifica di fattibilità alla Via del progetto», ha spiegato ieri Musolino, «e in base ad essa stabiliremo se sottoporlo o meno al giudizio della Commissione di valutazione del ministero dell’Ambiente».
Un altro punto delicato è rappresentato anche dalla questione Mose e dagli effetti sulla funzionalità del Porto, a cominciare dalla conca di navigazione di Malamocco, giudicata inadeguata proprio per le esigenze portuali.
«Noi siamo una delle vittime del Mose da questo punto di vista», ha detto ieri Musolino, «e proprio per questo abbiamo instaurato una stretta collaborazione con il Provveditorato alle opere pubbliche e con il suo presidente, l’ingegner Roberto Linetti per quello che riguarda la progettazione gestionale del Mose anche ai fini della funzionalità della conca di navigazione».
Musolino ha anche annunciato entro l’estate del 2018, dal punto di vista del porto commerciale, l’ingresso di navi portacontainer fino a 8.500 Teu (la misura standard per la loro capacità di carico) e ha sottolineato anche gli interventi previsti nell’area di San Basilio. Dal nuovo ponte in legno, alla collaborazione con il Comune per far arrivare qui almeno un autobus di linea, nella zona dove inizialmente era previsata la fermata del tram, poi mai più realizzata.
Riguardo poi alle due università veneziane che “occupano” spazi messi a disposizione del Porto proprio nell’area di San Basilio, il presidente dell’Autorità portuale ha anche annunciato la volontà di finanziare a Ca’ Foscari l’istituzione di una cattedra in Economia dei Trasporti. Funzionale anche ai problemi dello scalo veneziano.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Un progetto già presentato al Ministero dell’Ambiente per la procedura di “impatto ambientale” nel 2014 e che corrisponde anche alle indicazioni già uscite dall’ultimo Comitatone, che ha appunto indicato in Marghera il luogo dove creare un nuovo terminal crocieristico per le navi di maggiore stazza. Lo ha annunciato ieri il presidente dell’Autorità portuale veneziana Pino Musolino, commentando alcuni aspetti del Piano operativo portuale 2018-2010 recentemente approvato, che contiene appunto per le grandi navi fuori dal Bacino di San Marco la soluzione Marghera, accanto allo scavo del canale Vittorio Emanuele per consentire comunque, nella fase di transizione, l’approdo alla Marittima. «Quel progetto», ha spiegato Musolino, «corrisponde per caratteristiche alla soluzione indicata anche dal recente Comitatone e ha già affrontato una prima fase autorizzativa. Non può pertanto che costituire, un questa fase, un punto di riferimento progettuale, anche se questo non vuol dire “sposarlo” interamente o non sottoporlo a eventuali modifiche».
Musolino ha anche chiarito in parte un aspetto controverso che riguarda invece lo scavo del canale Vittorio Emanuele, da cui vanno asportati circa due milioni di fanghi per renderlo pienamente navigabile anche per le navi da crociera. Un progetto che, secondo quanto il presidente dell’Autorità portuale ha sostenuto in precedenza, potrebbe essere attuato come intervento di manutenzione, senza perciò affrontare i tempi lunghi e incerti del giudizio della Commissione di valutazione d’impatto ambientale (Via) del ministero dell’Ambiente. Altri però, a cominciare dallo stesso Ministero dell’Ambiente, la penserebbero diversamente.
«Stiamo concludendo la verifica di fattibilità alla Via del progetto», ha spiegato ieri Musolino, «e in base ad essa stabiliremo se sottoporlo o meno al giudizio della Commissione di valutazione del ministero dell’Ambiente».
Un altro punto delicato è rappresentato anche dalla questione Mose e dagli effetti sulla funzionalità del Porto, a cominciare dalla conca di navigazione di Malamocco, giudicata inadeguata proprio per le esigenze portuali.
«Noi siamo una delle vittime del Mose da questo punto di vista», ha detto ieri Musolino, «e proprio per questo abbiamo instaurato una stretta collaborazione con il Provveditorato alle opere pubbliche e con il suo presidente, l’ingegner Roberto Linetti per quello che riguarda la progettazione gestionale del Mose anche ai fini della funzionalità della conca di navigazione».
Musolino ha anche annunciato entro l’estate del 2018, dal punto di vista del porto commerciale, l’ingresso di navi portacontainer fino a 8.500 Teu (la misura standard per la loro capacità di carico) e ha sottolineato anche gli interventi previsti nell’area di San Basilio. Dal nuovo ponte in legno, alla collaborazione con il Comune per far arrivare qui almeno un autobus di linea, nella zona dove inizialmente era previsata la fermata del tram, poi mai più realizzata.
Riguardo poi alle due università veneziane che “occupano” spazi messi a disposizione del Porto proprio nell’area di San Basilio, il presidente dell’Autorità portuale ha anche annunciato la volontà di finanziare a Ca’ Foscari l’istituzione di una cattedra in Economia dei Trasporti. Funzionale anche ai problemi dello scalo veneziano.
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