Proprio per il tassista, il sostituto procuratore generale Antonio De Lorenzi aveva chiesto l’assoluzione basandosi tra l’altro sull’inchiesta della Capitaneria di Porto - su incarico del Ministero dei Trasporti - secondo cui è da escludere ogni responsabilità diretta colposa nell’incidente a carico di Ambrosi. La stessa documentazione era stata depositata qualche settimana fa in udienza dall’avvocato Antonio Alessandri, difensore del gondoliere Daniele Forcellini, l’unico che ha scelto di affrontare il processo in aula, davanti alla giudice monocratica Sara Natto. Quanto a Forcellini, nella perizia della Capitaneria vengono evidenziate «condotte colpose omissive» a suo carico, «sebbene non direttamente rilevanti sul decesso del signor Vogel. Infatti pur essendo stato elemento fondamentale della dinamica del sinistro, si è trovato in condizione di non dover e poter manovrare per evitare di collidere con tutti i mezzi a motore che, frettolosamente e imprudentemente, passavano attorno a lui». La conferma delle condanne in appello è arrivata a una manciata di giorni dalla conclusione del procedimento in primo grado per omicidio colposo in concorso a carico di Forcellini: lunedì mattina è attesa la sentenza. Il pubblico ministero Roberto Terzo, al termine di una dura requisitoria che aveva toccato il delicato (e molto sentito) tema del moto ondoso, aveva chiesto la condanna del gondoliere a 17 mesi di reclusione. Secondo il rappresentante della Procura, Forcellini «con la sua condotta imprudente e contro la legge ha provocato uno stress alla navigazione e l’effetto domino che coinvolse i tre vaporetti e il taxi. La sua condotta è grave al pari di quella dei piloti Actv Venerando e De Ambrosi».
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