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Accusato di estorsione e usura la prescrizione salva Bonazza

«Dall’istruttoria sono emersi elementi che depongono nel senso dell’avvenuta attività usuraia, idonei a non consentire di affermare l’innocenza dell’imputato». E ancora, quanto all’estorsione: «L’impu...

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«Dall’istruttoria sono emersi elementi che depongono nel senso dell’avvenuta attività usuraia, idonei a non consentire di affermare l’innocenza dell’imputato». E ancora, quanto all’estorsione: «L’imputato prospettava alle parti offese l’incasso degli assegni datigli in garanzia del pagamento di prestiti ad interessi, di volta in volta per ottenere il pagamento degli interessi esorbitanti». Ma, osservano i giudici, gran parte delle accuse a carico dell’imprenditore Angelo Bonazza (in foto), titolare dell’omonimo salumificio di Ca’ Noghera, del Becher di Ponzano (Treviso) e dello storico Unterberger di Perarolo (Belluno), sono state cancellate dalla prescrizione. Lo mettono nero su bianco i giudici del tribunale collegiale (presidente Caruso, a latere Battistuzzi e Materia) nelle motivazioni della sentenza di condanna a 2 anni (pena sospesa) e 6mila euro di multa per un caso minore di usura, visto che i due principali sono stati prescritti così come l’estorsione. I giudici definiscono «umilianti» le modalità con cui Bonazza si rapportava alle vittime, rappresentate dagli avvocati Luigi Ravagnan e Fabiana Danesin, a testimonianza della «posizione di assoluta subalternità all’imputato della parte offesa, indice del fenomeno usuraio». Quanto all’estorsione, invece, i giudici rilevano «la situazione di supremazia del Bonazza, con correlata capacità di intimidazione». Soddisfazione è stata espressa dalle difese delle parti civili per le motivazioni. Subito dopo la lettura della sentenza, l’avvocato di Bonazza, Pietro Barolo, aveva annunciato di voler ricorrere in appello. (ru.b.)

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