Regione, avanti sull’ex Vida il comitato prova a resistere
Il vice Forcolin: «Dobbiamo dare seguito agli impegni presi con l’imprenditore» Cittadini e associazioni scrivono a Zaia e Brugnaro, domani assemblea pubblica
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Sulla Vida, la Regione non retrocede di un passo e punta allo sgombero (già disposto dalla Procura) per consegnare i locali all’imprenditore Alberto Bastianello, che li ha acquistati. Ma gli abitanti e le associazioni che in questi due mesi hanno trasformato i 220 metri quadri in campo San Giacomo in un centro civico molto vivace, credono ancora in una soluzione possibile e chiedono un incontro aperto a tutti - Regione, Comune, acquirente, Ministero - per trovare una soluzione.
La Regione. «È chiaro che dobbiamo dare seguito agli impegni presi», dice l’assessore e vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, «abbiamo affidato la questione all'avvocatura per riportare il prima possibile nell'alveo della legalità la questione. Abbiamo atteso i 60 giorni previsti per la prelazione e nessuno si è mosso: il rogito è firmato, l’acquirente ha pagato tutto due mesi fa. Non ho capito perché i residente si rivolgano alla Regione: il problema è quello della destinazione d’uso ed è il Comune di Venezia a dover decidere. La Vida era tra i beni in vendita da anni: non è nella nostra mission tenere questo genere di beni». E Forcolin conferma anche l’intenzione della Regione di vendere la sede della giunta a Palazzo Balbi: «È nel piano alienazioni, ne ha sempre parlato il presidente Zaia, per riunire gli uffici nella sede di Grandi stazioni, più facilmente raggiungibile».
Abitanti e associazioni Antico teatro anatomico, però, non mollano. «Ci sembra di aver dimostrato che l'uso di spazi pubblici con funzione culturale e relazionale fa bene alla città e sollecita la partecipazione dei cittadini», scrivono al presidente Zaia, al sindaco Brugnaro, ai consiglieri regionali e comunali, alla soprintendenza, per chiedere un incontro urgente, «lo vogliamo fare con proposte che si confrontino con le esigenze e le legittime aspettative di tutti gli attori in campo che, in forme diverse, hanno tenuto conto di questa nuova realtà derivata dalla positiva “riapertura” a scopo culturale e sociale». Da qui i ringraziamenti ai consiglieri che hanno difeso «il nostro progetto, con l'impegno a non concedere un eventuale cambio d’uso e la presa di posizione contro il paventato sgombero, e «l’apprezzamento all’acquirente Alberto Bastianello, sensibile nell'aprirsi a soluzioni alternative, dichiarandosi disposto a “fare un passo indietro”». Gli animatori della Vida “libera” ricordano che il Ministero per i Beni culturali ha chiesto alla Soprintendenza di esprimersi in merito alla vendita, e «che c’è stata l’intenzione dichiarata dal presidente della Regione Zaia ad interessarsi del caso delegando proprio il vicepresidente Forcolin ad occuparsene. Un dialogo è possibile: proponiamo allora che venga convocato un incontro tra tutti i soggetti coinvolti per una discussione sulle forme di gestione pubblica dello spazio per arrivare ad una soluzione condivisa, ritenendo questa una “richiesta di legalità”, finalizzata a mantenere l’immobile nella sua destinazione d’uso attuale che è sempre stata ed è tuttora pubblica».
L’utilizzo. Bastianello ha acquistato la Vida convinto di poterne fare un ristorante, ma la destinazione è ad uso pubblico, dagli spazi espositivi a quelli religiosi: il Comune dovrebbe concedere il cambio d’uso e non è scontato. E la Regione lo sapeva sin dal 2005: Ca’ Farsetti aveva specificato alla direzione Affari generali della Regione quali fossero i possibili usi della Vida, come dimostra un documento in possesso delle associazioni. Assemblea pubblica sabato alle 11.30.
Roberta De Rossi
La Regione. «È chiaro che dobbiamo dare seguito agli impegni presi», dice l’assessore e vicepresidente regionale Gianluca Forcolin, «abbiamo affidato la questione all'avvocatura per riportare il prima possibile nell'alveo della legalità la questione. Abbiamo atteso i 60 giorni previsti per la prelazione e nessuno si è mosso: il rogito è firmato, l’acquirente ha pagato tutto due mesi fa. Non ho capito perché i residente si rivolgano alla Regione: il problema è quello della destinazione d’uso ed è il Comune di Venezia a dover decidere. La Vida era tra i beni in vendita da anni: non è nella nostra mission tenere questo genere di beni». E Forcolin conferma anche l’intenzione della Regione di vendere la sede della giunta a Palazzo Balbi: «È nel piano alienazioni, ne ha sempre parlato il presidente Zaia, per riunire gli uffici nella sede di Grandi stazioni, più facilmente raggiungibile».
Abitanti e associazioni Antico teatro anatomico, però, non mollano. «Ci sembra di aver dimostrato che l'uso di spazi pubblici con funzione culturale e relazionale fa bene alla città e sollecita la partecipazione dei cittadini», scrivono al presidente Zaia, al sindaco Brugnaro, ai consiglieri regionali e comunali, alla soprintendenza, per chiedere un incontro urgente, «lo vogliamo fare con proposte che si confrontino con le esigenze e le legittime aspettative di tutti gli attori in campo che, in forme diverse, hanno tenuto conto di questa nuova realtà derivata dalla positiva “riapertura” a scopo culturale e sociale». Da qui i ringraziamenti ai consiglieri che hanno difeso «il nostro progetto, con l'impegno a non concedere un eventuale cambio d’uso e la presa di posizione contro il paventato sgombero, e «l’apprezzamento all’acquirente Alberto Bastianello, sensibile nell'aprirsi a soluzioni alternative, dichiarandosi disposto a “fare un passo indietro”». Gli animatori della Vida “libera” ricordano che il Ministero per i Beni culturali ha chiesto alla Soprintendenza di esprimersi in merito alla vendita, e «che c’è stata l’intenzione dichiarata dal presidente della Regione Zaia ad interessarsi del caso delegando proprio il vicepresidente Forcolin ad occuparsene. Un dialogo è possibile: proponiamo allora che venga convocato un incontro tra tutti i soggetti coinvolti per una discussione sulle forme di gestione pubblica dello spazio per arrivare ad una soluzione condivisa, ritenendo questa una “richiesta di legalità”, finalizzata a mantenere l’immobile nella sua destinazione d’uso attuale che è sempre stata ed è tuttora pubblica».
L’utilizzo. Bastianello ha acquistato la Vida convinto di poterne fare un ristorante, ma la destinazione è ad uso pubblico, dagli spazi espositivi a quelli religiosi: il Comune dovrebbe concedere il cambio d’uso e non è scontato. E la Regione lo sapeva sin dal 2005: Ca’ Farsetti aveva specificato alla direzione Affari generali della Regione quali fossero i possibili usi della Vida, come dimostra un documento in possesso delle associazioni. Assemblea pubblica sabato alle 11.30.
Roberta De Rossi
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