Coin Venezia, giù le serrande il 28 febbraio: Natale amaro per 90 dipendenti
Una lite in famiglia sull'affitto e la concorrenza del vicino T Fondaco. I sindacati: "Chiusura da evitare assolutamente". Il 5 dicembre le parti convocate dal Comune
Roberta De Rossi
Coin Venezia rischia di chiudere il 28 febbraio: la protesta delle 90 dipendenti
VENEZIA. Coin Venezia, un punto di riferimento storico per gli acquisti dei veneziani - anche se la nuova versione store di lusso Excelsior, si è rivelata una cattiva idea manageriale - chiuderà il 28 febbraio: 90 dipendenti del negozio rischiano così di restare senza lavoro.
"Novanta famiglie: questa chiusura va assolutamente evitata", conferma il sindacalista Uil Fabio Marchiori, che dà voce alle lavoratrici e ai lavoratori di Coin, che venerdì mattina distribuiscono migliaia di volantini ai passanti, prima dell'apertura del negozio: per loro potrebbe essere l'ultimo Natale al lavoro. Una prospettiva drammatica.
"La proprietà dell'immobile ha mandatao la disdetta del contratto di affitto dal 28 febbraio, sembra che ci sia un marchio internazionale disposto a pagare cifre folli, 3 milioni di euro", prosegue Marchiori,"una speculazione sugli affitti senza precedenti. Venezia così perderà un marchio storico e ci sono 90 famiglie che rischiano di rimanere a casa perché la società che subentra non è tenuta ad assumere le lavoratrici e i lavoratori di Coin".
Le vetrine del primo grande magazzino di Venezia si sono illuminate per la prima volta nel 1947: alcuni anni fa la ristrutturazione in "Excelsior", con marchi di alta gamma, che però non ha funzionato e che ha subito la netta concorrenza del vicino T Fondaco.
La soluzione? "Abbiamo chiesto al Comune di convocare tutte le parti e ci ha dato piena disponibilità", conclude il sindacalista, "non vogliamo trovarci con un dramma sociale di questa portata il 28 febbraio: va trovata un'intesa sull'affitto".
L'assessore Renato Boraso, su delega del sindaco Brugnaro, ha convocato le parti per il 5 dicembre.
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