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Un “masterchef” per rifugiati e migranti

La selezione si terrà domani all’istituto alberghiero Barbarigo: i vincitori saranno assunti come cuochi

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Il cibo unisce. Davanti a un buon piatto i pregiudizi crollano e rimane il piacere di stare insieme. L’idea di un ristorante dove gli italiani possano assaporare i cibi dei Paesi da cui provengono i rifugiati, cucinati dai migranti stessi, è nata dall’afgano Hamed Ahmadi, in Italia dal 2006. Un esempio di come funziona si potrà vedere proprio domani sera all’Istituto Alberghiero Barbarigo di Venezia con la competizione ideata da Ahmadi e Hadi Noori «Refugee Masterchef», con 30 posti aperti al pubblico su prenotazione. I vincitori verranno distribuiti nei cinque locali avviati sul territorio (tre Orient Experience a Venezia, un African Experience a Venezia e un altro locale a Padova). Il primo ristorante è stato avviato nel 2012 con l’Orient Experience di Cannaregio e da allora è diventata una prassi ormai consolidata. Il metodo per dare un futuro alle persone che chiedono di ricominciare qui una vita nasce grazie alla collaborazione con le cooperative di riferimento.

Tra i migranti si individuano persone che hanno già avuto esperienze con la cucina o che chiedono di essere inseriti nell’ambito della ristorazione. Successivamente si fanno colloqui e prove, fino alla selezione finale che dà la possibilità alle persone di svolgere un tirocinio all’interno dei locali avviati e di venire poi assunta. Nel caso di domani, sono state per esempio quasi settanta le persone che hanno chiesto di partecipare, provenienti dalle cooperative Città Solare e Nuovo Villaggio (Padova e Mestre), Gea (Mestre), Opere Riunite Buon Pastore (Venezia), Caritas (Treviso), Orizzonti (Padova), Il Sestante (Padova) ed Equality Comunità Mimosa (Padova). Quindici i migranti che verranno selezionati per andare poi a lavorare nei locali. La giuria è composta da sette professori del Barbarigo, due cuochi dei ristoranti avviati e Rosanna Marcato, ex dirigente dei Servizi per l’Immigrazione del Comune di Venezia. «I rifugiati e l’utilizzo delle risorse continuano a essere ancora un’emergenza» commenta Hamed Ahmadi a proposito di quanto sta accadendo in questi giorni a Cona «Questa situazione è uno spreco di risorse per tutti oltre a creare grandi delusioni. È proprio per questo che sono nati i nostri progetti, per uscire dall’emergenza, per dimostrare come le persone si possano integrare gradualmente permettendo a tutti di avvicinarsi con i tempi giusti». Questo tipo di inserimento permette, infatti, al migrante di esprimere le sue competenze e di essere valorizzato, e alla cooperativa di svolgere una funzione di accompagnamento.

Vera Mantengoli

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