Video osceno al disabile nei guai chi l’ha condiviso
I carabinieri stanno analizzando tutti i contatti di WhatsApp che lo hanno diffuso La Procura vuole capire se si tratta dell’ultimo atto di una persecuzione più vasta
di Alessandro Abbadir
1 minuto di lettura

RIVIERA. Rischiano di finire nei guai decine di persone fra la Riviera del Brenta ed il Piovese per aver diffuso il filmato di un disabile psichico di 55 anni mentre si abbassa i pantaloni e mostra le parti intime. Filmato che circola da giorni viralmente su WhatsApp. A condurre le indagini sul caso scabroso sono i militari dell’Arma e la Procura della Repubblica di Padova che dopo aver denunciato i quattro protagonisti che hanno prodotto originalmente il filmato, stanno cercando si capire a quante persone è finita nei cellulari la “scenetta” a loro dire goliardica, e chi fra queste, invece di cancellarla l’ha condivisa e diffusa con la scusa di trovarla divertente.
Nel filmato infatti appariva inequivocabile che la persona ripresa soffriva di minorata capacità psichica. Autori della bravata oscena, sono quattro giovani fra i 30 e i 35 anni della Riviera e del Piovese alcuni dei quali pregiudicati, e tra i quali c’è anche una donna.
I quattro in un momento che non hanno mancato di definire “goliardico” hanno invitato mentre si trovavano in un bar, un disabile del paese a calarsi i pantaloni e mostrare le parti intime mentre due o tre di loro lo deridevano e gli dicevano di fare qualche passo per beffeggiarlo. Poi hanno caricato la clip WhatsApp, girandola ai loro contatti per farsi, a loro dire, quattro risate.
Il filmato però è stato girato come estremo atto di dileggio al disabile psichico, ultimo di una serie di atti persecutori. Uno dei famigliari dell’uomo se ne è accorto e ha chiesto spiegazioni di quegli atti scabrosi. L’uomo pieno di vergogna ha dovuto ammettere che a fargli fare quella “scenetta”, erano stati i quattro trentenni del bar. Sono scattate le denunce nei loro confronti. Ora però i carabinieri stanno cercando di capire quante persone hanno condiviso e diffuso il filmato.
L’avvocato di due degli accusati, Pascale De Falco ammette che problemi legali ci saranno anche per questi ultimi: «Se, come appare evidente, il filmato riprendeva chiaramente una persona con minorata capacità mentale, chi non lo ha cancellato, ma a sua volta lo ha diffuso, avrà problemi».
Le ipotesi di reato su su cui indagano i carabinieri sono diffusione di materiale osceno e di aver carpito il filmato a una persona con una minorata capacità psichica.
Per alcuni però la posizione potrebbe essere anche più pesante. «Per alcuni dei quattro autori del filmato», conclude De Falco, «la Procura ipotizza anche il reato di stalking. E su questo chiederò massima chiarezza». L’ulteriore reato contestabile è quindi che quel filmato non sia altro che l’atto finale di un comportamenti persecutori nei confronti del disabile, che proseguivano da tempo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel filmato infatti appariva inequivocabile che la persona ripresa soffriva di minorata capacità psichica. Autori della bravata oscena, sono quattro giovani fra i 30 e i 35 anni della Riviera e del Piovese alcuni dei quali pregiudicati, e tra i quali c’è anche una donna.
I quattro in un momento che non hanno mancato di definire “goliardico” hanno invitato mentre si trovavano in un bar, un disabile del paese a calarsi i pantaloni e mostrare le parti intime mentre due o tre di loro lo deridevano e gli dicevano di fare qualche passo per beffeggiarlo. Poi hanno caricato la clip WhatsApp, girandola ai loro contatti per farsi, a loro dire, quattro risate.
Il filmato però è stato girato come estremo atto di dileggio al disabile psichico, ultimo di una serie di atti persecutori. Uno dei famigliari dell’uomo se ne è accorto e ha chiesto spiegazioni di quegli atti scabrosi. L’uomo pieno di vergogna ha dovuto ammettere che a fargli fare quella “scenetta”, erano stati i quattro trentenni del bar. Sono scattate le denunce nei loro confronti. Ora però i carabinieri stanno cercando di capire quante persone hanno condiviso e diffuso il filmato.
L’avvocato di due degli accusati, Pascale De Falco ammette che problemi legali ci saranno anche per questi ultimi: «Se, come appare evidente, il filmato riprendeva chiaramente una persona con minorata capacità mentale, chi non lo ha cancellato, ma a sua volta lo ha diffuso, avrà problemi».
Le ipotesi di reato su su cui indagano i carabinieri sono diffusione di materiale osceno e di aver carpito il filmato a una persona con una minorata capacità psichica.
Per alcuni però la posizione potrebbe essere anche più pesante. «Per alcuni dei quattro autori del filmato», conclude De Falco, «la Procura ipotizza anche il reato di stalking. E su questo chiederò massima chiarezza». L’ulteriore reato contestabile è quindi che quel filmato non sia altro che l’atto finale di un comportamenti persecutori nei confronti del disabile, che proseguivano da tempo.
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