Santa Maria di Sala , perse il feto in un incidente: la cugina va verso il processo
Santa Maria di Sala. Nello scontro la donna incinta viaggiava accanto alla parente che era alla guida dell’auto, a quest’ultima la pm Crupi contesta i reati di procurato aborto colposo e lesioni stradali
di Rubina Bon
SANTA MARIA DI SALA. La manovra azzardata, lo schianto con un altro veicolo che proveniva in senso contrario. Vittima dell’incidente, un feto di sei mesi di sesso femminile che la passeggera della Fiat Punto, M.A. 34 anni di Padova, portava in grembo.
Per la tragedia avvenuta il 30 marzo scorso in via Einstein a Santa Maria di Sala, la pubblico ministero Francesca Crupi ha chiuso le indagini a carico dei conducenti delle due auto coinvolte nello schianto. Alla donna al volante della Fiat Punto, A.S., 40 anni di Cadoneghe (Padova), cugina della donna che ha perso il bambino, la sostituto procuratore ha contestato i reati di procurato aborto colposo e lesioni stradali. L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato al difensore della donna, l’avvocato Michele Godina, nei giorni scorsi: si tratta dell’atto che normalmente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Intanto è in corso la trattativa per il risarcimento delle lesioni alla 34enne da parte dell’assicurazione della 40enne.
Per T.D., 25 anni di Casalserugo (Padova), difeso dagli avvocati Andrea Franco e Laura Covi, al volante della Chrysler che si è scontrata con la Fiat Punto e per questo fin da subito iscritto sul registro degli indagati, la sostituto procuratore ha chiesto l’archiviazione, sulla quale il giudice dovrà esprimersi nei prossimi mesi.
Stando alla ricostruzione dell’incidente, la Fiat Punto con a bordo le due cugine, di cui quella incinta al sesto mese, stava viaggiando su via Einstein quando, all’improvviso, avrebbe fatto una inversione a U. In quel momento stava sopraggiungendo la Chrysler - a una velocità che la perizia ha certificato fosse inferiore ai limiti - che nulla aveva potuto fare per evitare l’impatto, avvenuto proprio dalla parte del passeggero dove viaggiava la donna in stato di gravidanza. I tre adulti a bordo delle due auto non avevano riportato ferite gravi nello schianto. Ma come da prassi, la 34enne che nell’arco di tre mesi sarebbe diventata mamma era stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Mirano per accertamenti. Gli esami strumentali avevano dato il terribile esito: il cuore della bimba, che aveva in grembo, non batteva più.
La pubblico ministero Crupi, titolare del fascicolo, aveva conferito un doppio incarico tecnico: l’autopsia sul feto e la ricostruzione della dinamica dell’incidente. Ciascuno dei due indagati aveva nominato i propri consulenti di parte su entrambi i fronti. Ora, a quasi otto mesi dal dramma, la sostituto procuratore ha chiuso le indagini e a breve potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per la donna alla guida della Fiat Punto. Un dramma nel dramma, considerato che indagata e vittima sono cugine.
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