La marcia dei profughi verso Venezia. Il prefetto: "Non ci sono alternative alle tende"
Due giorni di protesta del 1.100 richiedenti asilo della ex base di Conetta, vicino a Chioggia, dove vivono ammassati in tende. Alcuni sono qui da un anno e mezzo in attesa della decisione delle Commissioni
Carlo Mion
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I profughi in marcia verso Venezia e le ragioni dello Stato
CODEVIGO. I profughi, usciti dalla ex base di Conetta martedì e che hanno trascorso la notte in due pullman a Santa Margherita, all'alba di mercoledì hanno ripreso la marcia con destinazione Venezia.
A Codevigo sono stati fermati, troppo pericoloso farli marciare in Romea. Grazie anche all'intervento del sindaco di Cona Alberto Panfilio e la mediazione dei funzionari della Digos i migranti hanno atteso l'arrivo del Prefetto Carlo Boffi e del Questore Vito Gagliardi. Mentre stava arrivando a Codevigo, i profughi rimasti a Conetta sono usciti in strada e hanno bloccato l'accesso alla ex base. Adesso. Anche loro hanno voluto incontrare Boffi che si è recato nel centro di accoglienza nel primo pomeriggio.
I primi ad essere incontrati dal Prefetto Carlo Boffi sono stati i migranti che sono uscita dalla base di Conetta e a piedi volevano raggiungere Venezia. Con loro i rappresentanti dell'Usb. Al Prefetto hanno fatto presente le motivazioni della protesta: temperature basse alla notte negli alloggi; tempi lunghi prima di ottenere la risposta alla loro richiesta di asilo per motivi umanitari; sovraffollamento della struttura di Conetta.
Il Prefetto ha fatto presente loro che per quanto è di competenza della Prefettura è stato fatto e viene fatto il possibile migliorare le condizioni di vivibilità della ex base. Boffi ha spiegato che tra mille difficoltà il numero degli ospiti è stato portato da oltre 1500 delle scorso anno agli attuali 1100. L'impegno per reperire altri alloggi è continuo e il Prefetto sottolinea: «Rinnovo ancora l'appello a tutti i sindaci della Città Metropolitina di collaborare a individuare nuove piccole strutture per l'accoglienza di queste persone. Più si spalmano sul territorio e meno problemi ci sono».
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