Welfare in Actv, vincono i sì al referendum
Lavoratori Actv alle urne per due giorni per votare l’accordo di giugno: il no ha ricevuto 70 voti in meno
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Giovedì pomeriggio sono state 1.647 le schede di voto scrutinate. 850, il 52 per cento, hanno votato sì. Mentre 782, il 47 per cento, si sono espresse per il no. Appena 70 voti a favore decretano la vittoria del sì nel referendum aziendale tra i lavoratori di Actv che ha visto esprimersi in due giornate di voto, mercoledì e giovedì, il 64 per cento dei dipendenti dell’azienda di trasporto.
In ballo c’era il parere favorevole o meno all’accordo del 29 giugno scorso sottoscritto dalla Rsu di Actv che ha introdotto il welfare aziendale, prima «ma non esaustiva risposta alle aspettative sacrosante dei lavoratori di veder riconosciuto un contratto di secondo livello in Actv», ricorda la Rsu della Filt Cisl. Con il piano industriale del 2013, con un accordo aziendale, i lavoratori rivendicano di aver contribuito al salvataggio dell’azienda di trasporto e del patrimonio economico e sociale che rappresenta per la città, forte dei suoi circa tremila dipendenti.
Mercoledì e giovedì i lavoratori si sono espressi sull’accordo che prevede la conferma di obiettivi di risanamento e competività di Actv e una competitività aziendale, che spiega Marino De Terlizzi per la Cisl del settore Trasporti è impoportante per garantire la tenuta in vista del 2019 quando ci sarà l’apertura del libero mercato nei servizi di trasporto secondo i regolamenti europei .
Alla fine i sì hanno prevalso di poco, appena 70 voti in più.
«È vero, molti sono stati i no. Alcuni per principio, alcuni per protesta per le condizioni in cui i lavoratori lavorano quotidianamente, altri per le mancate risposta aziendali rispetto alle condizioni lavorative», amette il sindacalista. «Questi no non possono rimanere inascoltati, ed i problemi non si risolvono con una riunione aziendale della Rsu, ma con fatti concreti ». E il riferimento è ovviamente alle conseguenze del piano industriale del 2013. «Piano che prevedeva la salvaguardia di Actv in tutta la sua integrità, per cui a fronte di questo obiettivo imprescindibile la Rsu deve ottenere risposte concrete per i lavoratori dalla Direzione e dalla amministrazione comunale, soprattutto in riferimento al piano industriale», conclude il comunicato della Rsu della Fit Cisl di Venezia.
In ballo c’era il parere favorevole o meno all’accordo del 29 giugno scorso sottoscritto dalla Rsu di Actv che ha introdotto il welfare aziendale, prima «ma non esaustiva risposta alle aspettative sacrosante dei lavoratori di veder riconosciuto un contratto di secondo livello in Actv», ricorda la Rsu della Filt Cisl. Con il piano industriale del 2013, con un accordo aziendale, i lavoratori rivendicano di aver contribuito al salvataggio dell’azienda di trasporto e del patrimonio economico e sociale che rappresenta per la città, forte dei suoi circa tremila dipendenti.
Mercoledì e giovedì i lavoratori si sono espressi sull’accordo che prevede la conferma di obiettivi di risanamento e competività di Actv e una competitività aziendale, che spiega Marino De Terlizzi per la Cisl del settore Trasporti è impoportante per garantire la tenuta in vista del 2019 quando ci sarà l’apertura del libero mercato nei servizi di trasporto secondo i regolamenti europei .
Alla fine i sì hanno prevalso di poco, appena 70 voti in più.
«È vero, molti sono stati i no. Alcuni per principio, alcuni per protesta per le condizioni in cui i lavoratori lavorano quotidianamente, altri per le mancate risposta aziendali rispetto alle condizioni lavorative», amette il sindacalista. «Questi no non possono rimanere inascoltati, ed i problemi non si risolvono con una riunione aziendale della Rsu, ma con fatti concreti ». E il riferimento è ovviamente alle conseguenze del piano industriale del 2013. «Piano che prevedeva la salvaguardia di Actv in tutta la sua integrità, per cui a fronte di questo obiettivo imprescindibile la Rsu deve ottenere risposte concrete per i lavoratori dalla Direzione e dalla amministrazione comunale, soprattutto in riferimento al piano industriale», conclude il comunicato della Rsu della Fit Cisl di Venezia.
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