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«Difendete la Piazza dall’acqua alta»

Appello del Procuratore Tesserin: «La salvaguardia della basilica coincide con quella più complessiva di San Marco»

di Eugenio Pendolini
1 minuto di lettura
«I lavori di impermeabilizzazione del nartece della Basilica di San Marco e dell’area antistante dovrebbero fare da traino anche ai lavori per l’intera Piazza San Marco. In una città così piena di eccellenze, sarebbe una pessima figura a livello internazionale mostrare la piazza più bella del mondo sott’acqua nonostante il Mose». Con queste parole Carlo Alberto Tesserin, primo procuratore di San Marco, ha concluso l’incontro “Venezia città di eccellenze globali. Quale futuro?”, tenutosi ieri all’Ateneo Veneto con la collaborazione del Lions Club.

La conferenza, la prima di un ciclo itinerante sul futuro di Venezia, è stata l’occasione per presentare i lavori di contrasto all’acqua alta che per oltre 200 giorni l’anno sommerge il nartece e l’area antistante la Basilica. Come ha spiegato l’architetto Mario Piana, proto di San Marco e curatore del progetto, l’ingresso della Basilica è il punto più basso della città, con 64 centimetri sul medio mare. I lavori mirano ad innalzare la soglia di almeno 20 centimetri, fino a quota 84-85. Come? Isolando con delle valvole i gatoli, condotti che seguono il perimetro della Basilica trasportando l’acqua fino in bacino San Marco.

Gli studi mostrano che bloccando l’acqua con dei sistemi a “saracinesca”, con una impermeabilizzazione dei condotti che faccia defluire meglio l’acqua, i giorni di allagamento potrebbero scendere a 40. Già da tempo, invece, il nartece, prezioso porticato con mosaici bizantini tra la facciata e l’ingresso della Chiesa, è salvo con maree inferiori alla “quota 85”. La Procuratoria ha infatti sostituito i “tappi” delle forine (adesso in ottone): così, quando l’acqua sale si distribuisce nel sottosuolo senza traboccare. I primi tombini di scarico erano stati introdotti durante i restauri del secolo scorso dall’architetto Forlati.

«Questo sistema funziona bene» ha dichiarato Mario Piana «fino a 84 cm sono entrati solo pochi bicchieri d’acqua nel nartece. Oltre si allaga, ma intanto abbiamo ridotto il rischio degrado, migliorando anche la fungibilità delle passerelle». Per i lavori di impermeabilizzazione dell’area antistante, si prevedono tempi abbastanza rapidi: l’intenzione è quella di concludere entro la prossima stagione autunnale. Sono previsti dei piccoli cantieri intorno alla Basilica, senza interruzione delle visite. Il costo stimato dei lavori è di circa un milione e 207mila euro, con un leggero incremento legato all’innalzamento della pavimentazione vicina al Campanile. È stata poi confermata la volontà del Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto di finanziare l’intervento. Un primo risultato per la tutela di un patrimonio mondiale come la Basilica. Eppure, secondo Tesserin, non si deve abbassare l’attenzione: «Anche se adesso la priorità è chiudere i cantieri del Mose, i cittadini devono mantenere alta la pressione sulle istituzioni si capisca che la salvaguardia della Basilica significa anche quella di piazza San Marco».

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