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Scazzottata fuori dalla discoteca a processo carabinieri e lagunari

Salzano. Complessivamente in 17 davanti al giudice, i militari erano tutti fuori servizio, coinvolti in una rissa all’esterno dell’Hollywood con un gruppo di ragazzi. Calci e pugni per futili motivi

di Rubina Bon
1 minuto di lettura
SALZANO. In diciassette a processo per una mega scazzottata all’esterno della discoteca Hollywood a Salzano. Sul banco degli imputati sono finite entrambe le fazioni che si erano scontrate la notte dell’8 febbraio 2012 all’esterno del noto locale da ballo. Da una parte c’era un gruppo formato da carabinieri fuori servizio e militari del Reggimento Lagunari in libera uscita, che avevano deciso di trascorrere qualche ora a ballare nella discoteca di Salzano. Dall’altra un gruppetto di ragazzi del Veneziano.

Ora tutti sono a processo davanti al giudice monocratico Enrico Ciampaglia e devono rispondere dell’ipotesi di reato di rissa. Il procedimento penale è nella fase del dibattimento e venerdì si è svolta un’udienza durante la quale sono stati sentiti alcuni testi portati dal pubblico ministero. Nessuna delle persone andate a testimoniare in tribunale sarebbe stata in grado di attribuire responsabilità specifiche a una o all’altra fazione, oppure a uno o all’altro “contendente”.

Divergenti le versioni sul motivo per cui era scoppiata la scazzottata che erano state fornite al tempo dai gruppi che si erano fronteggiati. Carabinieri fuori servizio e militari dei Lagunari avevano sostenuto di essersi accorti che una ragazza che faceva parte del gruppo di amici non si era sentita bene. I militari si sarebbero fatti avanti per intervenire e la loro azione sarebbe stata equivocata dagli amici della giovane. Stando ai ragazzi, invece, la rissa sarebbe scoppiata perché all’uscita dal locale ci sarebbe stato un contatto con un militare. Un episodio fortuito, secondo i ragazzi, ma che avrebbe particolarmente surriscaldato gli animi di carabinieri e lagunari che avrebbero reagito. Quale che fosse stata la reale causa della rissa, di certo è che erano volati pugni, schiaffi e quant’altro, con il coinvolgimento via via crescente di varie persone. Alla fine erano state 17 quelle identificate dalle forze dell’ordine intervenute per sedare la rissa.

In tre erano finiti in pronto soccorso per farsi medicare. Una persona aveva avuto problemi al dito della mano, con una prognosi di 35 giorni; un’altra una ferita alla bocca; una terza, infine, era uscita dalla rissa con escoriazioni ed ematomi che i medici avevano giudicato guaribili in 4 giorni. I tre si erano già costituiti parti offese nel procedimento.

Le difese sono decise a dare battaglia nel corso del dibattimento, ognuna scaricando eventuali responsabilità della rissa sul gruppo avversario. Il giudice Ciampaglia ha rinviato l’udienza a febbraio, durante la quale sono previsti gli ultimi testi dell’accusa. Poi si passerà ai testi della difesa.

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