Il primo cittadino di San Donà ora coglie la palla al balzo e suggerisce di investire sul rafforzamento di una rete di servizi sociosanitari sul territorio. «Il presidente Zaia ha già dichiarato, proprio qui a San Donà», ricorda Cereser, «che i due poli ospedalieri non sono in discussione, quindi la Regione anziché continuare ad arrovellarsi sull’ipotesi, definita dal governatore come chiusa, di ospedale unico, pensi a potenziare i distretti presenti, anziché immaginare di chiuderli e a incentivare la costituzione di centri di medicina di gruppo integrata. Sono quelle unità attive ventiquattro ore al giorno nelle quali i cittadini possono trovare, proprio vicino a casa loro, medici di famiglia, pediatri, medici di continuità assistenziale».
«Soltanto così», conclude, «sarà possibile pensare a un modello sanitario, per un territorio esteso come è quello della Venezia Orientale, capace di garantire a tutti i cittadini vicinanza, qualità e tempestività delle prestazioni mediche. Un ragionamento, quello che deve essere alla base della costruzione di questa rete, che deve necessariamente tenere conto dell’impatto turistico, in termini di presenze in questo territorio, che la stagione estiva porta con sé: continuare a ragionare soltanto di residenti, infatti, costituisce un approccio miope. Un approccio che rischia di essere ulteriormente peggiorato dall’accorpamento di Cavallino Treporti nella nostra Usl senza che vi sia il necessario stanziamento di risorse visto il carico di turisti. Una scelta, questa, che penalizza il Sandonatese e tutti i cittadini e i milioni di turisti di quel Comune e di quella parte di litorale veneziano».
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