In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Vanno da carabinieri e i truffatori scappano

SCORZÈ. Provate ad alzare la cornetta di casa, sentirvi dire che vostra figlia è in caserma dai carabinieri, ha appena provocato un incidente, le porte del carcere si potrebbero aprire da un minuto...

1 minuto di lettura
SCORZÈ. Provate ad alzare la cornetta di casa, sentirvi dire che vostra figlia è in caserma dai carabinieri, ha appena provocato un incidente, le porte del carcere si potrebbero aprire da un minuto all’altro e la vittima rischia di morire.

È quanto capitato a una coppia di anziani di Scorzè, che ieri alle 11. 30 ha ricevuto un avviso simile. Chi era dall’altra parte del telefono chiedeva di 2 mila euro per risolvere la pratica ma si trattava di una truffa bella e buona, architettata anche bene ma i due scorzetani hanno preteso di parlare con la figlia, non rimanendo accontentati, e, soprattutto, hanno avvisato i carabinieri (quelli veri), intervenuti sul posto.

Le indagini sono in corso. Se ne sentono quasi ogni giorno di storie del genere ma il marito 86enne e la moglie 78enne, genitori di due donne sposate, ancora tremano nel raccontarla. Però, primo: stanno bene, che non è proprio marginale, secondo: non hanno perso un soldo, pure questo è bene.

Siamo in centro a Scorzè, a due passi dal municipio e dai carabinieri. «Riceviamo una chiamata al telefono di casa», spiegano, «e c’informano, da Treviso, che la nostra primogenita ha causato un incidente. L’interlocutore si spaccia come maresciallo dei carabinieri e promette di risolvere tutto pagando 2 mila euro. Ovviamente ci spaventiamo, chiediamo a più riprese di poter parlare con la figlia ma ce lo nega. Ci dice che si trova in caserma, piange a dirotto e non può eispondere. Rispondo di non avere quella cifra ma solo metà. A loro va bene».

Riposta la cornetta, i due coniugi si parlano e capiscono come qualcosa non vada: perché chiamano da Treviso quando i carabinieri (veri) sono a pochi metri? Perché non si sono presentati proprio loro? Così il marito esce e va diritto in caserma per informare i militari cosa sta accadendo.

Intanto a casa arriva il truffatore: sulla quarantina, biondo con i capelli corti, per riscuotere la somma. «Avevo i soldi con me ma non glieli ho allungati» spiega la moglie «perché volevo sentire mia figlia, sapere come stava. Mentre parlavo con lui, il complice al telefono mi teneva occupata invitandomi a pagare, impedendomi di contattare la primogenita. A quel punto, ho detto che mio marito era dai carabinieri per sporgere denuncia».

L’uomo è riuscito a fuggire prima che i carabinieri potessero intervenire, ma le ricerche sono aperte e la caccia è appena iniziata.

Alessandro Ragazzo

I commenti dei lettori