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Edison rinnova la centrale di Levante

La società di Edf sottopone al ministero dell’Ambiente per la “Via” il progetto di un turbogas di nuova generazione

di Gianni Favarato
2 minuti di lettura

MARGHERA. Controndine dell’Edison a Porto Marghera. Quattro anni fa la produzione di energia elettrica e vapore della vecchia centrale di “Marghera Levante” era stata ridotta al minimo e sembra in procinto di essere chiusa.

Ma a sorpresa Edison ora ha deciso, invece, di rinnovarla con un consistente investimento per ora non quantificato.

La centrale termoelettrica a ciclo combinato di Edison “Marghera Levante” è uno dei primi insediamenti nella Seconda zona industriale di Porto Marghera, in via della Chimica. Alimentata a gas metano è entrata in esercizio nel 1965 per fornire energia elettrica e, soprattutto, vapore ad alta pressione per i vari impianti del Petrolchimico (che ora sono in gran parte stati chiusi), la Centrale di Levante occupa 34 dipendenti diretti e durante i lavori per il nuovo progetto prevede l’impiego di un massimo di circa 900/1. 000 persone nei picchi di lavoro.

Edison – una delle prime società elettriche italiane sotto il controllo, dal 2012, della francese Edf – a Porto Marghera possiede anche una seconda centrale, la “Marghera Azotati”, la prima ad essere costruita partire dal 1917, anno di fondazione di Porto Marghera e poi riconvertita nel 1993 portandola ad una capacità produttiva di 240 MW (Megawatt) a turbogas metano ad alto rendimento.

Al ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Edison ha ora presentato la formale istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto Ambientale del progetto di «rifacimento con miglioramento ambientale della Centrale Termoelettrica di Marghera Levante» in linea con la Strategia energetica nazionale (Sen) per l’uscita definitiva dall’utilizzo del carbone e con la “capacity market” (capacità produttiva di energia elettrica nel lungo periodo) che entrerà in vigore entro quest’anno. Il progetto prevede il rifacimento della Centrale: «con un impianto di ultima generazione allineato alle migliori prestazioni tecnologiche e ambientali» che, in sostanza, prevede la realizzazione di un nuovo «ciclo combinato».

Verrà, infatti, installato un nuovo «ciclo combinato di ultima generazione con lo smantellamento dei turbogas e dei generatori di vapore esistenti – da circa 790 MW di potenza, alimentato a gas naturale composto da un turbogas da circa 540 MW, un generatore di vapore a recupero» destinato anche agli impianti del cracking della vicina Versalis spa (Eni) e una turbina a vapore da circa 250 MW.

«Il nuovo progetto» spiega la stessa Edison nella documentazione inviata al ministero dell’Ambiente «è stato pensato per preservare il più possibile la struttura impiantistica presente in sito e per utilizzare in modo estensivo gli impianti ausiliari e le infrastrutture ivi già presenti, senza e modifiche alle opere di interconnessione con le reti esterne ad eccezione del collegamento elettrico in alta tensione alla Rete di trasmissione nazionale che verrà adeguato alle esigenze del nuovo ciclo combinato, andando a sostituire parte delle attuali connessioni elettriche esistenti, sempre rimanendo all’interno del sito petrolchimico di Marghera». Dal punto di vista ambientale il progetto prevede che rispetto alla configurazione attuale autorizzata dall’Aia il nuovo ciclo combinato «consentirà di ridurre la potenza termica installata di circa il 13%, passando dagli attuali 1.455 MW a 15° gradi centigradi ai futuri 1.262 MW, con una significativa riduzione delle emissioni in atmosfera di ossidi di azoto (NOx), grazie all’installazione di un impianto di ultima generazione, le cui prestazioni ambientali sono in linea con le migliori tecniche disponibili di settore».

La procedura di valutazione dell’impatto ambientale prevede che sul progetto presentato da Edison il 25 settembre scorso, entro il termine perentorio di sessanta giorni, chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale – depositati anche presso il Comune di Venezia e disponibili sul sito ministeriale – presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, indirizzando il tutto al ministero dell’Ambiente.

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