La Mostra del Cinema di Venezia 2017 promette mirabilie
Le stelle di Hollywood, la realtà virtuale, Netflix, il ritrovato cinema italiano e una nuova piazza: tutte le novità dell'edizione 74
Anna Sandri
Venezia, 1932: nasce il Festival del Cinema
LIDO DI VENEZIA. Parte dal Lido di Venezia il viaggio verso il futuro del cinema, ed è questo - tra polvere di stelle, annunciati capolavori e belle speranze in attesa di conferme - il fulcro intorno al quale ruota la 74esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Con quello che per qualcuno sarà da leggere come un atto di coraggio, ma che forse è soltanto lungimiranza, il direttore Alberto Barbera ha guardato oltre i rassicuranti confini del consueto e non si è limitato a portare sulla passerella del Lido, sotto gli occhi del mondo dunque, il miglior cinema mondiale al momento disponibile.
C’è, naturalmente, e in una abbondanza straripante di grandi titoli e di protagonisti ambiti. Ma accanto a questo, c’è il mondo da alcuni sdegnato del cinema realizzato con grandi mezzi ma non destinato a grandi schermi (brevemente riassunto nel nome Netflix), e c’è soprattutto la Virtual Reality, un mondo che vibra sotto il terreno delle certezze e che, come la lava di un vulcano, è pronto a manifestarsi in tutta la sua potenza non appena trova uno sbocco.
Il primo è proprio qui, a Venezia: lanciato a febbraio il bando per ricevere materiale da sottoporre ai selezionatori, Venezia ha visto piovere 109 candidature, un numero impressionante se si pensa che un anno fa solo un titolo, “Jesus”, era disponibile per far provare ai pionieri dei visori l’emozione di vivere un film dal cuore del set.
Di quei 109 titoli, 31 opere sono state selezionate e 22 competono in un concorso senza precedenti: non tutti sono finiti, ma è proprio questo a rendere importante la Mostra, ovvero la capacità di riconoscere l’embrione e di dargli un ambiente, il più fertile possibile, per crescere e per affermarsi.
All’obiettivo come sempre visionario di Barbera ha risposto il pragmatismo risolutivo del presidente della Biennale Paolo Baratta, che si è guardato intorno e davanti al Lido ha individuato un’isola, il Lazzaretto Vecchio, che ben si presta ad accogliere quanti vorranno vagare con i visori, o sedersi sulle seggiole girevoli, o sperimentare lo stand up. Una rinfrescata agli ambienti, una sistemata alla vegetazione, una navetta circolare che va su e giù dal Lido, e il futuro è servito.
Venezia 74, Barbera: "Una Mostra che guarda al futuro"
Ma il cinema che viene da così lontano (mentre si appresta a esplorare le galassie del domani, la Mostra offre la preapertura con un capolavoro del muto, “Rosita” del 1923, di Ernst Lubitsch con Mary Pickford) è saldamente ancorato al presente, e ne offre il meglio.
Sul red carpet tradizionale sfileranno tutte le stelle del nostro tempo: il glamour di George Clooney e Julianne Moore, di Jennifer Lawrence, Sienna Miller e Matt Damon; l’impegno di Javier Bardem, Ethan Hawke e Alec Baldwin. Ci si potrà inchinare alla storia di Jane Fonda e Robert Redford, e applaudire - standing ovation - le grandi donne del grande cinema, Judy Dench, Helen Mirren, Charlotte Rampling.
Tra i 21 film in concorso, sei sono americani e ci sono tutte le grandi major: Paramount e Fox, Universal e l’emergente A24; quattro sono francesi e quattro italiani, per una volta preceduti da buona fama.
Il Fuori Concorso basterebbe da sé a riempire il cartellone di un ottimo festival, potendo vantare nomi che vanno da Stephen Frears, a John Landis e Lucrecia Martel e attori come Jim Carrey, Penelope Cruz e Michael Caine. Tra quelli in concorso, 15 sono i registi esordienti a Venezia; ma tra loro ci sono Palme, Orsi e Leoni (alla carriera).
Il documentario, forma che Venezia consacrò premiando quattro anni fa il “Sacro Gra” di Gianfranco Rosi, godrà di una sezione per suo conto, la “Non Fiction” del Fuori Concorso, a dimostrazione che Venezia le tendenze non le segue, le crea.
“Orizzonti” promette film di cui si parlerà a lungo; i Classici mettono in campo titoli come “Novecento” e “Deserto Rosso”.
Il pubblico ritroverà il Cinema in Giardino, novità e successo della passata edizione; troverà un “padrino”, Alessandro Borghi, al posto della madrina e dei suoi abiti tanto cari ai fotografi.
Troverà una nuova piazza, tutta bianca, e un Palazzo del Cinema inedito: i petali rossi se ne vanno in magazzino, dopo cinque anni di onorato servizio, portandosi via il segreto di cosa realmente volessero rappresentare. Ripulito e minimale, il Palazzo mostrerà la sua architettura originaria, una semplice scritta ricorderà che questa è la Mostra numero 74.
Il 30 agosto, per l’apertura, è atteso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi, fino al 9 settembre, saranno film, stelle, feste. E quella parte di mondo che vuole capire da dove il cinema arriva, e soprattutto dove il cinema va, dovrà guardare qui, a Venezia.
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