La mamma di Aurora ha perso il lavoro
Troppe assenze per la malattia della figlia: «Lo rifarei, ma non me l’aspettavo». L’ultimo dono: «Ci siamo sposati, era felice»
di Alessandro Abbadir
FOSSÒ . «Aurora era una bambina coraggiosissima, non si è mai lamentata. Diceva di star bene in qualunque situazione: era un esempio per tutti noi». Mamma Valentina non ha quasi più lacrime. Il dolore è ancora fortissimo. Tuttavia cerca ugualmente di trovare da qualche parte dentro di sé parole adeguate per raccontare la sua Aurora, una bimba straordinaria, uccisa a 8 anni da un neuroblastoma contro cui ha lottato ininterrottamente per 4 anni e mezzo.
La famiglia Maniero ha fatto e avrebbe continuato a fare tutto ciò che è umanamente possibile per vedere Aurora sorridere ancora: un giorno in più, tutta la vita. Mettendo a repentaglio qualunque cosa, finanche il posto di lavoro. Valentina, infatti, in queste settimane, oltre al dolore per la perdita di una figlia, ha dovuto digerire anche l’amarezza per il licenziamento dalla pasticceria di Camin dove lavorava da 7 anni, proprio a causa del lungo periodo di congedo che aveva chiesto per stare vicina alla sua Aurora, una bimba insignita del “Premio della Bontà” per un gesto che aveva commosso tutti: tre anni fa, Aurora, di sua spontanea volontà, aveva chiesto ad amici e parenti per il compleanno, di fare delle offerte e non regali. Quel salvadanaio poi lei lo aveva donato a Team for Children.
Sabato scorso i suoi genitori, Mirco e Valentina, si sono sposati proprio perché era il sogno di Aurora: vedere i proprio genitori uniti in matrimonio. «Avevamo pensato di sposarci a settembre» racconta la mamma «ma quando abbiamo capito insieme ai medici che per Aurora tempo non ce n’era più, abbiamo deciso di sposarci a Rovolon con una grande festa. Aurora era felicissima, il suo sorriso ha contagiato tutti. Lei adorava le feste».
Mamma Valentina, poi, ricorda l’inizio della malattia e tutte le battaglie fatte insieme. «All’inizio le spiegammo la malattia con una specie di fiaba», racconta. Poi, Aurora ha compreso che non stava bene, ma nonostante tutto, ha sempre voluto andare avanti anche a livello scolastico. Si è sempre impegnata come “volontaria” in prima persona con disegni per l’associazione Team For Children. Era tenace e generosissima e i risultati con il tempo Aurora anche a livello personale li ha sempre ottenuti. «Pur non riuscendo mai a frequentare un anno scolastico» aggiunge la mamma, «era diventata bravissima».
Aurora Maniero lascia il papà Mirco, la mamma Valentina, la sorellina Azzurra e i nonni Carla e Ruggero, Bruno e Annamaria tanti zii e cuginetti. Dopo l’estremo saluto sarà sepolta nel cimitero del paese.
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