«Di fronte a un “no”, si lotta» dice Montanariello, «ma di fronte all’incertezza, si muore». E l’incertezza, per una categoria che, in Italia, conta 30mila addetti «ma nessun ammortizzatore sociale ordinario», si traduce in una interruzione imposta per legge (per motivi incontestabili, ovvero la riproduzione delle specie ittiche) dell’attività lavorativa, a fronte della “leggerezza” con cui la Stato ritarda i pagamenti, anch’essi dovuti per legge. In questo modo gli armatori si ritrovano privi di reddito, per un periodo significativo, e devono subire le spese del «deterioramento delle attrezzature» e mantenimento delle barche.
La tempestiività nell’erogazione delle indennità diventa, quindi, essenziale per la sopravvivenza del settore, tanto che Federpesca, l’associazione di categoria degli armatori, ha minacciato il disarmo delle barche, con conseguente sbarco (ovvero licenziamento) dei marinai. «Sono lieto» commenta Montanariello «che l’intero consiglio abbia condiviso la mia proposta. Due parlamentari Pd, Diego Crivellari e Gessica Rostellato, hanno già presentato interrogazioni sulla vicenda e credo che, presto, lo faranno anche altri esponenti politici. Spero che, con l’impegno di tutti, la situazione si sbloccherà e gli armatori possano ricevere, al più presto, quanto spetta loro per legge. Se non basterà, per parte mia, sono pronto ad andare a Roma a manifestare, insieme ai pescatori».
Diego Degan
2
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
3 mesi a 1€, poi 2.99€ al mese per 3 mesi
Attiva Ora
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito