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Da Roma arriva lo stop al nuovo canale

Riunione pre Comitatone al Ministero delle Infrastrutture: troppe perplessità per motivi di sicurezza

di Enrico Tantucci
2 minuti di lettura
Arriva da Roma lo stop - forse definitivo - allo scavo del canale Vittorio Emanuele, il progetto alternativo al passaggio delle Grandi Navi dal Bacino di San Marco che aveva il sostegno di Comune e Regione oltre che del Ministero delle Infrastrutture e della stessa Autorità Portuale di Venezia.

Unica voce dissonante, quella del Ministero dell’Ambiente, che lo attendeva prima alla Valutazione d’impatto ambientale, quella sia superata - sia pure con prescrizioni - dall’altro progetto sul tappeto, il Venise Cruise 2.0 della Duferco, che prevederebbe il nuovo terminal crocieristico in mare, di fronte alla bocca di porto del Lido.

Ma proprio una riunione preparatoria dell’ormai prossimo Comitatone tenutasi lunedì al Ministero delle Infrastrutture - e a cui erano presenti anche Capitaneria di Porto e Autorità Portuale - ha segnato il “tramonto” dello scavo del Vittorio Emanuele come progetto alternativo.

Troppe le perplessità avanzate, a cominciare da quelle della Capitaneria di Porto che aveva già dato a suo tempo un parere ufficiale negativo - per motivi di sicurezza, ma anche di agibilità del canale Malamocco-Marghera - al progetto alternativo al passaggio delle grandi navi dal Bacino di San Marco e legato allo scavo del Canale Vittorio Emanuele per arrivare in Marittima.

Sottolineata già allora la presenza di depositi e raffinerie lungo il tracciato che sarebbe dunque incompatibile con la presenza delle navi da crociera cariche di passeggeri. Il rischio di un Contorta 2 - dopo la bocciatura dello scavo di quel canale sostenuto al tempo dall’Autorità Portuale - è ben presente a Roma e per questo la riunione ha di fatto accantonato - anche se formalmente non ancora cancellato - il Vittorio Emanuele. E l’incertezza è grande in questo momento anche in sede ministeriale sul caso Venezia.

Ci si muove ora lungo una strada di carattere normativo che permetta il superamento del decreto Clini-Passera, di fatto inapplicabile nelle condizioni attuali, con un’altra norma, invece di immediata applicazione. E dunque si ragiona - in attesa di una soluzione definitiva - sul tracciato attuale per il passaggio delle navi da crociera, ma con criteri diversi per stabilire chi potrà o non potrà entrare in laguna. Si lavora in particolare sull’idea di sostituire il limite indiscriminato della stazza, con il divieto di passaggio delle navi oltre le 96 mila tonnellate - in un momento in cui il gigantismo è sempre più caratterizzante il traffico crocieristico - con altri criteri che riguardino l’inquinamento, i rumori e altri parametri legati al passaggio delle navi da crociera, visto che quelle di tonnellaggio inferiore cominciano a essere anche le più vecchie.

È quanto chiede da tempo anche la Venezia Terminal Passeggeri, la società che gestisce il polo crocieristico veneziano. Ma una cosa sembra certa. In questo momento - con il tramonto dello scavo del Vittorio Emanuele - non c’è ancora un’idea chiara su come andare avanti.

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