Niente referedum per il cambio dell’Usl
CAVALLINO. Cittadini imbavagliati, con la fascia bianca al braccio del lutto civile e centinaia di cartelli A3 esibiti in consiglio comunale con la scritta “Cercasi verità per Cavallino-Treporti”....

CAVALLINO. Cittadini imbavagliati, con la fascia bianca al braccio del lutto civile e centinaia di cartelli A3 esibiti in consiglio comunale con la scritta “Cercasi verità per Cavallino-Treporti”.
Una protesta pacificamente implacabile quella del comitato “La mia salute è con Venezia” che, rappresentando 4700 firme, l’altra sera ha manifestato con decine di cittadini in sala consigliare l’estremo dissenso per l’ennesima bocciatura della proposta di referendum consultivo sulla sanità.
«È stato votato in consiglio ieri sera il nostro ordine giorno», ricostruisce il sindaco Roberta Nesto, «respinto l’ordine del giorno delle opposizioni in quanto non è possibile giuridicamente fare ora un referendum. Come nelle precedenti delibere di consiglio comunale del 2002, 2006 e 2012 abbiamo ribadito che, al di là del numero di Usl, l’importante rimangono i servizi. Ci dispiace che a volte si strumentalizzi la situazione. Per noi è importante dare spazio alle varie opinioni, e quindi anche del comitato, e se la Regione», conclude la sindaca, «ci convoca per un’audizione daremo conto delle firme raccolte».
«È stata la conferma che siamo di fronte a una sindaca e a una maggioranza», commenta il capogruppo di Idea Comune, Claudio Orazio, «che, a parole, dicono di stare dalla parte dei cittadini e, nei fatti invece, negano agli stessi cittadini la possibilità di esprimersi su una questione così importante adducendo improbabili pretesti giuridici. Abbiamo dato varie soluzioni pur di consentire ai cittadini di esprimersi, tra cui un referendum a costo zero».
«Il passaggio imposto dalla Regione ha trovato un complice nella giunta Nesto», rincara Zanella, «è evidente la carenza di motivazioni e la necessità di porre rimedio con un protocollo. Non voler sentire cittadini con il referendum è un gesto di arroganza politica».
Francesco Macaluso
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