In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

I fiori bianchi e i canti per dire addio a un piccolo angelo

Portogruaro. Duomo gremito ai funerali di Achille Favret vinto a 3 anni dalla malattia. L’omaggio del mondo del calcio

Giovanni Monforte
2 minuti di lettura
PORTOGRUARO
 «Achille, ora che sei un angelo, prega per noi». La piccola bara bianca portata da papà Stefano, con al fianco la mamma Sara. Ad accogliere il feretro ai piedi dell’altare decine di fiori bianchi, insieme ai palloncini bianchi e azzurri. Le immagini felici del piccolo Achille proiettate prima dell’omelia sullo schermo a lato dell’altare. I canti liturgici del coro delle famiglie e il commosso applauso dei presenti. Istantanee del pomeriggio di dolore vissuto ieri a Portogruaro.
Il duomo di Sant’Andrea era gremito di persone, molte rimaste in piedi, per l’ultimo saluto al piccolo Achille Favret, 3 anni, figlio del conosciuto calciatore Stefano, strappato da una terribile malattia all’affetto dei suoi genitori. «Dobbiamo avere la certezza che il Signore non ci abbandona. Siamo in tanti qui», ha esordito monsignor Pietro Cesco, che ha concelebrato con numerosi sacerdoti. «Ho colto un clima di condivisione e compassione. Ovvero il senso di condividere la passione che stanno vivendo Stefano e Sara. Grazie Stefano perché hai avuto il coraggio di portare la bara, come Sara ha avuto il coraggio di portare nel suo grembo la vita di Achille».
 
L’omelia è stata preceduta da un momento di grandissima intensità emotiva. Sullo schermo sono state proiettate foto e alcuni video di Achille felice, mentre giocava sul letto oppure con il pallone. A intercalarle una serie di frasi: «per favore», «sei l’amore mio», «sei la più bella del mondo», «ti amo mamma», «grazie, grazie, grazie». È quella che monsignor Cesco ha riassunto come la «lezione di amore con Achille».
 
«Se Stefano e Sara non avessero accolto Achille, non avrebbero gustato questo frammento di bellezza, questo spicchio di bontà», ha aggiunto il sacerdote, sottolineando come i «figli sono sempre e solo un dono» e compito dei genitori è aiutarli e indirizzarli. Figli che vanno accompagnati nella fede, «perché l’uomo senza Dio è un uomo meno uomo». Un’omelia in gran parte rivolta ai giovani, che in effetti erano in tantissimi nella chiesa gremita.
C’erano gli amici di Stefano e Sara. Ma c’erano soprattutto i tanti compagni conosciuti da Stefano nel mondo del calcio. A iniziare dal Sandonà 1922, la squadra in cui attualmente gioca, presente al gran completo con i giocatori, l’allenatore Mauro Tossani e i membri dello staff. Ma c’erano anche le tante ex squadre di Favret. «Sono qui in rappresentanza della mia città, Bassano del Grappa, di tutti gli sportivi giallorossi, della nostra squadra e dei tifosi», è il messaggio letto da un portavoce del Bassano Virtus, sciarpa giallorossa al collo, «Sara e Stefano, con l’aiuto del vostro angioletto Achille, che intercederà per voi, pregate Dio e la Madonna che vi diano la forza necessaria per superare i tempi difficili che incontrerete. Sappiate che noi tutti per voi ci saremo sempre». Il Portogruaro ha donato una maglia e un gagliardetto, che all’uscita dalla chiesa sono stati posti vicino al feretro. Presenti giocatori e dirigenti di tantissime squadre. E molti allenatori, da Bruno Tedino, del Pordenone, a Carmine Parlato.
 
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori