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Contratto del turismo per la casa da gioco

È quello a cui Brugnaro starebbe pensando per i dipendenti. Sindacati spiazzati e in difficoltà

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Ai dipendenti del Casinò di Venezia potrebbe essere applicato il contratto nazionale dei lavoratori del settore turismo.

È questa l’idea che avrebbe in mente il sindaco Luigi Brugnaro per inquadrare diversamente il personale della casa da gioco - oggi regolato da un contratto aziendale irto di lacci e lacciuoli normativi - e consentire così anche quelle modifiche di orari e organizzazione del lavoro, attualmente impossibili per renderla più agile. Mentre anche ieri i sindacati si sono visti informalmente alla ricerca di una difficile sintesi delle proprie posizioni in vista della ripresa del tavolo delle trattative con Comune e Casinò fissato per la settimana prossima, nelle giornate di martedì e giovedì. Il Comune è comunque in ogni caso deciso a disdettare unilateralmente l’attuale contratto, anche in mancanza di accordo e procedere con una propria proposta, come ha già anticipato Brugnaro in Consiglio comunale.

La modifica dell’organizzazione del lavoro necessaria anche per realizzare i risparmi richiesti dall’Amministrazione - tra i 7 e gli 8 milioni di euro . agendo sui premi ma anche su altri benefit, passerebbe appunto anche da un nuovo regime contrattuale. Difficilmente sindacati confederali come Cgil, Cisl e Uil potrebbero dire no a un nuovo contratto nazionale, che i Casinò finora non hanno mai avuto e che per Venezia prenderebbe appunto a modello quello dei lavoratori del turismo. Una proposta che aveva del resto già avanzato anche Federgioco, la federazione che riunisce le quattro case da gioco italiane.

Intanto l’atmosfera tra i dipendenti si è fatta ormai pesante, perché c’è la consapevolezza diffusa che questa volta il Comune non si fermerà e andrà avanti con o senza il consenso sindacale, come del resto questa Amministrazione ha già dimostrato di voler fare nei confronti dei dipendenti comunali, che hanno retribuzioni medie nettamente inferiori a quelle del personale della casa da gioco. E i sindacati, da parte loro, sono in evidente difficoltà - come sempre divisi al loro interno per quanto riguarda il comparto del Casinò - senza essere riusciti di fatto ad elaborare una proposta alternativa convincente al Piano industriale, pur molto debole, che Ca’ Farsetti ha presentato loro. E lo spauracchio dei 150 possibili esuberi evocato da Brugnaro e della chiusura almeno temporanea di Ca’ Vendramin Calergi, la sede più in difficoltà, sta creando forti tensioni tra i lavoratori della casa da gioco. (e.t.)

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