Violenza sessuale in hotel, condannati
Venezia. Quattro anni e otto mesi per due veneziani di 25 e 24 anni accusati di aver sequestrato e abusato di una turista canadese
di Rubina Bon
VENEZIA. Sequestro di persona in concorso e violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane turista canadese: ieri, a oltre tre anni dall’episodio che risaliva al 4 febbraio 2014, per Luca Baratello, 25 anni, e Antonio Zeccone, 24 anni, entrambi veneziani, è arrivata la sentenza. Il tribunale collegiale di Venezia - presidente Irene Casol, a latere Daniela Defazio e Sonia Bello - ha condannato entrambi gli imputati a 4 anni e 8 mesi di reclusione, concedendo loro le attenuanti generiche. La pubblico ministero Lucia D’Alessandro, titolare del fascicolo, aveva chiesto nel corso della sua requisitoria a metà febbraio la condanna a otto anni per Baratello e a sette per Zeccone: secondo la rappresentante dell’accusa, infatti, il 25enne avrebbe avuto il ruolo principale nella violenza sessuale alla quale però avrebbe assistito, e poi anche partecipato, il 24enne. Il difensore dei due veneziani, l’avvocato Gabriella Zampieri, aveva invece chiesto l’assoluzione per i suoi assistiti, contestando le accuse mosse dalla Procura.
Nella sentenza, le giudici del tribunale collegiale hanno disposto inoltre un risarcimento in via equitativa alla parte civile, rappresentata dall’avvocato Carmela Parziale, di 8.000 euro, oltre al pagamento delle spese processuali e delle spese legali per la stessa parte civile. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni alla base della sentenza di condanna.
Ad attendere il pronunciamento del tribunale collegiale, arrivato dopo una camera di consiglio durata quasi tre ore, c’erano gli imputati e due loro amici. Non era presente invece la vittima della nottata da incubo, che pure ha voluto partecipare ad alcune delle udienze scorse. L’avvocato Gabriella Zampieri ha già annunciato di voler presentare ricorso in appello una volta lette le motivazioni.
Il tribunale collegiale ha dunque ritenuto responsabili i due giovani di quanto successo in quella sera di inizio febbraio di tre anni fa. A far scattare le indagini era stata la stessa vittima che si era presentata ai carabinieri per sporgere la denuncia. Il sequestro e la violenza si erano consumati in una camera d’albergo in centro storico. Stando alle accuse mosse dalla Procura, i due giovani erano riusciti a portare in camera la canadese, chiudendo la stanza a chiave e lanciando la stessa chiave in cima a un armadio per impedire alla straniera eventualmente di fuggire. Di qui l’accusa di sequestro di persona.
Era quindi scattata la violenza sessuale di gruppo, un incubo che era durato per ore. Secondo quanto era stato ricostruito dalla pubblico ministero, la canadese sarebbe stata costretta dal 25enne a consumare rapporti sessuali, rapporti orali, toccamenti alle parti intime e colpi in testa. Il 24enne, invece, avrebbe assistito a quanto fatto dall’amico e poi, incitato ad «approfittare del suo turno» come sostenuto dalla Procura, avrebbe toccato la canadese prima sulle gambe e poi nelle parti intime.
Ieri è arrivata la sentenza di condanna per i due ventenni veneziani. Ma la vicenda dal punto di vista giudiziario potrebbe non chiudersi qui, visto che la difesa è intenzionata a impugnare il pronunciamento del tribunale collegiale davanti alla Corte d’Appello.
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